In futuro sempre fedeli servitori della cura dei giovani
È sotto gli occhi di tutti, come un dato molto positivo: l’attività sportiva di base è in pieno fermento, con voglia di fare sport, dentro una nuova visione del futuro, e forse nella speranza di tornare a fare tutto quello che facevamo prima. Però non sarà così: il tempo della pandemia ci deve insegnare che il mondo è cambiato e adesso vanno colti i segnali di rinnovamento che ci sono all’interno del mondo sportivo, per valorizzarli. Durante il lockdown ho continuato a dire che del Centro sportivo italiano ci sarebbe stato bisogno anche dopo. Ne sono convinto ancora di più ora. Però c’è bisogno di un Csi che ritrovi le sue radici anche in termini “profetici”, con la capacità di percorrere strade nuove anche se finora inesplorate. Nei prossimi mesi perciò l’Associazione sarà chiamata a riflettere su tutto quello su cui occorre mettere in campo per essere fedeli servitori della cura dei giovani. Senza dare qui indicazioni tecniche ma solo per esemplificare, è chiaro che se dovesse essere necessario trasformare le modalità di gestione del calcio, “inventando” anche nuove formule, dovremo poterlo fare. E così per tutte gli altri sport. Nel week end è in programma il Consiglio nazionale che comincerà a riflettere su quello che sarà il futuro del Csi, in modo che nei prossimi mesi si cominci a programmare concretamente. Per la prossima settimana è in programma la fase finale della Junior Tim Cup, evento che sottolinea da sempre l’alleanza fra lo sport di oratorio e lo sport di vertice, in questo caso dei club del calcio di Serie A. Ho fortemente voluto questa edizione nonostante tante difficoltà, ma grazie alla straordinaria disponibilità di due eccezionali compagni di squadra, quali la Lega Serie A e di Tim, siamo riusciti a rilanciare una manifestazione che ha un forte valore per i ragazzi, veicolando contenuti e valori, non focalizzati solo sul torneo sportivo. Soprattutto è il manifesto che lo sport di vertice può essere punto di riferimento per i valori dello sport di base.
A Roma arriveranno otto squadre di oratorio, dopo un percorso di qualificazione nei mesi scorsi disputato nelle 16 città dove gioca la serie A. Sarà l’occasione per far vivere ai ragazzi un’esperienza di comunità che rimarrà per sempre nei loro cuori: un sogno che si avvera e che li accompagnerà per tutta la vita.
Mi appello ai dirigenti affinché abbiamo cura della loro gioia, della loro serenità più del risultato da conseguire. Perché credo che oggi più che mai i ragazzi abbiano il diritto alla gioia di stare insieme, serenamente, attraverso lo sport.