L’esempio di Rubini e il tradimento di Riccò
Questi giorni sono stati segnati dalla scomparsa di Cesare Rubini e dalla vergogna di Riccardo Riccò. Due storie diverse, due vite diverse, che - nella stessa settimana - si sono trovate ad occupare insieme le pagine dei giornali. Cesare Rubini se ne è andato alla veneranda età di 87 anni. «Ma chi era questo Rubini?» chiederebbe oggi un qualsiasi adolescente. Varrebbe allora la pena raccontare a ciascuno dei nostri ragazzi chi era questo triestino di altri tempi, capace di lasciare un indelebile segno di umanità nello sport italiano. Gigante nella pallanuoto e nel basket. Primo professionista della pallacanestro italiana. Uomo capace di vivere testimoniando i grandi valori dello sport e, seppure con un carattere rude, di fare dell’amicizia e dell’umanità la cosa più importante dentro e fuori dal campo. Rubini era una di quelle persone a cui tutti vogliono bene e che quando non ci sono più ti fanno sentire la loro mancanza. Di Rubini ce ne sono tanti anche nel Csi ed in ciascuna delle nostre società sportive. Penso alla recente scomparsa del Presidente di Roma, Franco Mazzalupi, uomo saggio e amato da tutta l’Associazione. Penso a tanti “vecchi” che nelle nostre società sportive hanno e avrebbero tanto da dire e da raccontare ai ragazzi sui valori della vita e dello sport. Se potete, non lasciateli in panchina. Create l’occasione per far loro incontrare atleti, dirigenti e genitori della società sportiva. Fategli raccontare com’era il gruppo sportivo, la vita, lo sport tanti anni fa. Fategli raccontare cosa hanno vissuto nello stesso campetto dove ora giocano i ragazzi. Non sarà tempo sprecato. Saranno lezioni di vita. A fare da contraltare alla “partenza” di Rubini è la vergogna di Riccò. Recidivo dopo la squalifica per il Tour del 2008, il buon Riccardo ha deciso di ricadere nella trappola del doping arrivando a rischiare la vita per un’autoemotrasfusione fatta in casa. È semplicemente vergognoso! Ora Riccò quasi sicuramente sarà radiato. Ma non è questo il punto. Il vero “dramma” della vicenda è che qualsiasi campione (o presunto tale) rischia di finire per diventare un modello di riferimento per i ragazzi. Per riparare il danno loro arrecato servirebbe un grande risarcimento, una maxi multa da destinare ad un fondo a favore delle società sportive di base. Caro Riccò, ti rendi conto di quanti giovani hai tradito? Ti rendi conto di quale guaio hai combinato in termini educativi? Vederti buttare via la vita dispiace, ma in fondo è un problema tuo. Ma vedere che con il tuo cattivo esempio rischi di far del male ai ragazzi fa veramente arrabbiare. E non deve più accadere.