La sconfitta come “occasione” per crescere
Il fallimento è un maestro di vita migliore del successo”. Semplice, vero, inconfutabile. Ecco perché, ogni tanto, perdere fa bene. Sul serio. Affermarlo è facile, viverlo e testimoniarlo è un po’ più difficile. Viviamo in una società “drogata” di successo. Ogni giorno tentano di farci credere che la felicità sia legata a doppio filo al successo che uno ha nella vita. Niente di più falso. Il mondo di oggi è pieno di persone di successo profondamente infelici… ed è anche pieno di persone che inseguono il successo con il “miraggio” che possa renderle felici. La felicità non ha mai cambiato casa. Abita sempre allo stesso posto. Nelle piccole cose, nelle relazioni con le persone, in quella dose di amore quotidiano per ciascuno di noi come la colazione al mattino. Ciò vale ovunque. Anche nello sport. L’altro giorno ho assistito per caso ad una scena frequente. Fine partita, con i ragazzi negli spogliatoi a fare la doccia, e i genitori fuori ad aspettarli, a commentare arrabbiati: «La sconfitta di oggi è un dramma. Ora arrivare in finale sarà molto difficile. Abbiamo perso una grande occasione. E le occasioni non si possono sprecare così…». E se non fosse così? E se quella sconfitta fosse una “grande occasione” per aiutare quei ragazzi a crescere nella vita? E se su quella sconfitta si potessero costruire esperienze e ragionamenti per imparare a conoscere la vita? Certo perdere non piace a nessuno. Certo dare il meglio di sé per provare a vincere è fisiologico e sarebbe contro natura ragionare diversamente. Ma è altrettanto vero che educare alla vita fa guardare alle sconfitte in un altro modo: non drammi da vivere ma occasioni necessarie e indispensabili per crescere. Mi sono chiesto spesso: Come una società sportiva del Csi valorizza la sconfitta? Si limita a dire che «non è successo niente» oppure la trasforma in un motivo per innestare riflessioni educative? E in che modo? Una cosa è certa. Le nostre sono società sportive, talmente vincenti, da non avere paura a dire alla sconfitta: «Prego, accomodati, entra pure nella nostra vita. Tanto non solo non rovinerai nulla di quello che stiamo vivendo, ma alla fine, forse, riuscirai ad insegnarci qualcosa». Alle nostre società sportive interessa essere in testa alla classifica della felicità regalata ai ragazzi ed alle persone. Si tratta di una classifica riservata alla persone “vere” e alla ricerca del senso profondo della vita. E in quella classifica con il successo o le semplici vittorie fai pochi punti. Serve ben altro. Ed il bello è che nelle nostre società sportive se ne trova in abbondanza.