19 maggio 2011
I giovani e il male di vivere
Noi abbiamo una fiducia infinita nei giovani. Crediamo in loro sempre ed a prescindere. Passiamo con loro, in società sportiva, tantissimo tempo. Per capirci più tempo di quello che passano spesso con mamma e papà. Noi non abbiamo solo fiducia. Amiamo i giovani. Li vorremmo vedere sempre allegri, sereni, felici… innamorati della vita. Non sempre è così. Tante volte li troviamo “in crisi”. Delusi, persi… disorientati e sfiduciati nel e dal mondo di oggi.
Noi abbiamo una fiducia infinita nei giovani. Crediamo in loro sempre ed a prescindere. Passiamo con loro, in società sportiva, tantissimo tempo. Per capirci più tempo di quello che passano spesso con mamma e papà. Noi non abbiamo solo fiducia. Amiamo i giovani. Li vorremmo vedere sempre allegri, sereni, felici… innamorati della vita. Non sempre è così. Tante volte li troviamo “in crisi”. Delusi, persi… disorientati e sfiduciati nel e dal mondo di oggi. È il caso di Anna. Una ragazza come tante che, tempo fa, ha scritto una lettera ad un giornale autodenunciandosi. Quella lettera mi è capitata tra le mani grazie ad una pubblicazione di Padre Sapienza. Vale la pena condividerla. «Mi chiamo Anna e sento giusto autodenunciarmi: sto diventando insensibile. Sono una diciottenne che si dice curiosa ma che è molto ignorante. Non ho mai provato molto interesse nel guardare i telegiornali. Mi ha colpita una cosa del mio atteggiamento: davanti a tanti orrori (guerre, omicidi, violenze, tragedie…) non mi sento scuotere. Eppure mi sento una persona sensibile. Com’è allora che mi fa più paura pensare ad un prelievo di sangue che alla tragedia di una moglie che perde un figlio o ad un ragazzo della mia età che si toglie la vita? Possibile che non ci sia modo per uscire da quest’anestesia, per reagire, per inorridirsi sino a stare male? Inutile dirlo, una soluzione c’è. A tutto una soluzione c’è sempre. Ci sono centinaia di associazioni di volontariato, conti correnti per adozioni per bambini o ricostruzioni di villaggi… Ma l’ostacolo è la nostra pigrizia mentale ed emotiva. Noi adolescenti ci emozioniamo per un sms ricevuto sul cellulare ma probabilmente pensiamo che garantire un futuro ad un bambino non ci donerebbe la stessa gioia. O forse non ci pensiamo neanche. Io sto cercando di svegliare la mia coscienza perché so di essere una persona buona e sensibile…». Ad Anna vorremmo semplicemente dire che per scrivere una lettera come la sua ci vuole coraggio. Il coraggio di “mettersi in cammino” per cercare il vero senso della vita. Se ti capita, cara Anna, nel tuo viaggio fai un salto anche in un campo di una nostra società sportiva. Non troverai solo palloni, coppe, medaglie, vittorie e sconfitte. Troverai molto di quello che stai cercando. Forse c’è un’Anna in ciascuno dei nostri gruppi sportivi. Ecco perché la cosa più importante non è guardare come giocano i nostri ragazzi ma sentire che cosa hanno dentro. Ed aiutarli a scoprire che se ami la vita, la vita ricambia sempre il tuo amore!