All’Oratorio per riscoprire la gioia dello sport
Intercettazioni, appalti, manovra economica: sono i “temi” caldi dell’attualità del Paese in queste settimane. Faccende dei piani alti del Palazzo, si dirà. Mica vero! Abbiamo provato a “immaginare” una storia con questi stessi ingredienti vissuta in un campetto di periferia. Partiamo dall’intercettazione. Nulla a che vedere con i potenti mezzi dei servizi segreti, qui si tratta di intercettazione “vecchia maniera”, basata su un orecchio fino, capace di cogliere ciò che Maurizio dice al Presidente della società sportiva, davanti al bar dell’Oratorio: «Presidente, voglio tornare a giocare qui da voi». Maurizio è un ragazzo che con il pallone ci sa fare. Ha iniziato all’ombra del campanile e a soli 10 anni è stato “preso” dal settore giovanile del club professionistico della sua città. Un vero fortunato, hanno pensato tutti. Come mai ora vuole mollare tutto e tornare a giocare in Oratorio? Lo spiega lui stesso: «Di là (nel settore giovanile) non mi diverto più. Mi mancano i miei amici e poi, quando giocavo in Oratorio sentivo che tutti mi volevano bene». Maurizio non è un caso isolato. In Italia si assiste spesso ad una sorta di silenzioso controesodo sportivo. Tantissimi ragazzi, lasciato l’Oratorio da bambini per andare in una prestigiosa società sportiva, finiscono per morire dalla voglia di tornarci pochi anni dopo. «Che problema c’è?», verrebbe da pensare. Ma qui viene il bello, e ci imbattiamo nel peggiore degli appalti “truccati” , quello che riguarda la felicità dei ragazzi. Poiché il cartellino è di “proprietà della società”, mica i tanti Maurizio possono pensare di andare a giocare dove vogliono! Ciò avverrebbe in un Paese normale e civile, da noi invece bisogna vedere se i due Presidenti si mettono d’accordo sulla “cessione” del ragazzo. Certo, qualche rimedio “tecnico giuridico” c’è, ma il principio che lo ispira appartiene al paleolitico e non può non generare indignazione allo stato puro. Fortunatamente per lui, a Maurizio è andata bene: il Presidente della sua società lo ha lasciato libero di tornare a giocare in Oratorio. In tasca Maurizio ha già il foglio e la quota di iscrizione. Qui interviene la “manovra economica”. È bene ricordare che i Tremonti delle società sportive di periferia sono tutti laureati nella scienza dei “miracoli applicati all’economia” in quanto riescono a tenere in piedi bilanci di poche migliaia di euro pur aprendo le porte a chiunque bussi. Come fanno? Beh, loro più che sui tagli lavorano sulle entrate. In particolare, alla voce “ore di volontariato puro” scrivono ogni anno numeri sempre più impressionanti. È grazie a questo piccolo segreto che ogni anno migliaia di ragazzi riescono a divertirsi.