22 settembre 2011

Quell’immenso coraggio di fischiare per vocazione


La settimana scorsa su National Geografic Channell hanno fatto vedere un bel documentario su varie razze animali in via di estinzione. Speriamo che fra venti o trent’anni non facciano un servizio dello stesso tipo su arbitri e dintorni. Il rischio esiste e lo sappiamo tutti. In Italia ci sono ancora numerosi “esemplari”. Solo nel Csi sono circa 8mila i direttori di gara che ogni week-end indossano la divisa, impugnano il fischietto e scendono in campo nel ruolo più difficile che esista in ambito sportivo. Quanti siano se sommiamo tutte le realtà dello sport italiano (Federazioni ed Enti) non è dato sapere.

La settimana scorsa su National Geografic Channell hanno fatto vedere un bel documentario su varie razze animali in via di estinzione. Speriamo che fra venti o trent’anni non facciano un servizio dello stesso tipo su arbitri e dintorni. Il rischio esiste e lo sappiamo tutti. In Italia ci sono ancora numerosi “esemplari”. Solo nel Csi sono circa 8mila i direttori di gara che ogni week-end indossano la divisa, impugnano il fischietto e scendono in campo nel ruolo più difficile che esista in ambito sportivo. Quanti siano se sommiamo tutte le realtà dello sport italiano (Federazioni ed Enti) non è dato sapere. Certamente tanti, ma indubbiamente troppo pochi. Il numero di arbitri è in diminuzione da anni e il rischio di arrivare alla soglia del pericolo estinzione è più reale di quanto si pensi. Gli arbitri sono già praticamente scomparsi dal luogo in cui sarebbero utili ed indispensabili. Tante “federazioni e dintorni” hanno dovuto fare la scelta (obtorto collo) di togliere i “fischietti ufficiali dalle categorie giovanili” e anche noi del Csi spesso (fortunatamente non sempre) ci troviamo in questa situazione. Ma chi sono questi Signori arbitri? Siamo abituati a criticarli, a non farci mai andare bene niente, a insultarli… senza capire che sono lì per noi e senza chiederci chi glielo fa fare. Parlassero, sentiremmo storie così: «Sono Vincenzo, medico chirurgo, che domenica scorsa ha mandato buca una partita perché mentre era nello spogliatoio è stato chiamato per un’operazione urgente»; «Sono Giovanni, camionista, che in genere finisce il turno del venerdì a tarda notte dopo aver guidato per centinaia di chilometri e il sabato mattina è pronto in campo per le partite dell’Oratorio Cup»; «Sono Sonia, mamma da poco, e pronta a lasciare la mia splendida bimba dai nonni ogni volta che la commissione designazione chiama per una partita da arbitrare all’ultimo minuto»; «Sono Paolo, studente in ingegneria, che ha proseguito nel suo servizio nonostante si sia beccato dopo poche partite un bel cazzotto in faccia». Capite chi sono i nostri arbitri? Sono arbitri per vocazione. Nel Csi non esiste nessuna speranza di fare “carriera” e nessuna illusione di inseguire il “modello Collina” (famoso, personaggio e con stipendio da 500 mila euro). E allora chi lo fa fare a circa 8mila persone di arbitrare ogni week-end? Passione pura, vocazione educativa, inspiegabile divertimento nello svolgere un ruolo così scomodo e delicato. Tutto qui. Nulla di più, nulla di meno. Per tutto l’anno non ci occupiamo di arbitri. Per tutto l’anno il loro impegno e il loro servizio avviene dietro le quinte, nell’anonimato. Questa settimana fa eccezione. Abbiamo pensato di dedicare questa pagina a loro, perché lo meritano. Abbiamo pensato che sia bello che il Presidente nazionale, a nome di tutta l’Associazione, esprima un grazie vero e sincero ad ogni arbitro e direttore di gara. Abbiamo anche pensato che la cosa più bella sarebbe che a ringraziarli foste Voi. Immaginate se in questo week-end ogni arbitro, arrivando al campo, trovasse un piccolo gesto di accoglienza da parte delle squadre. Al limite anche i due capitani ad accoglierlo con una semplice stretta di mano ed un «Grazie per quello che fa per noi»… Piccoli gesti che dicono più di tante parole.

L'angolo del Presidente

Quell’immenso coraggio di fischiare per vocazione

Massimo Achini

Presidente Nazionale