Il Cio: è tempo di agire per valorizzare la pratica sportiva
Il Cio, Comitato Internazionale Olimpico, è il massimo organismo dello sport mondiale. Non tutti lo sanno, ma fin dal 1994 il Cio organizza, a cadenza biennale o annuale, un “congresso mondiale dello sport per tutti” al quale partecipano una quantità di Paesi, oggi oltre 50. Nell’ultimo Congresso, il quattordicesimo della serie, che si è svolto a Pechino circa un mese fa, il Cio ha approvato un documento in cui si afferma che, in fatto di sport per tutti, è arrivato il momento di passare all’azione. Il massimo organismo dello sport mondiale si rivolge a tutti: Governi, Istituzioni non governative, Comitati Olimpici Nazionali, Federazioni, Associazionismo sportivo di qualsiasi origine: a tutti dice con chiarezza: «Basta chiacchere. È il tempo di azioni concrete che favoriscano la diffusione della pratica sportiva». La dichiarazione è “entusiasmante e sorprendente”. Basta Convegni, documenti, ragionamenti… nei quali affermare e ribadire l’importanza dello sport per tutti. A livello mondiale questa “consapevolezza” è chiara ed acquisita. Ora è il tempo di passare a “politiche, strategie, azioni” che concretamente sostengano la diffusione della pratica sportiva tra tutta la popolazione: in ogni ambito e in ogni contesto. Il documento del Cio non parla politichese. Pur stando su linee generali è chiaro e concreto. Per esempio chiede ai Governi di ricordare che la pratica sportiva di massa «porta innegabili benefici sia sanitari che sociali, accrescendo il benessere generale». E rivolgendosi alle Istituzioni sportive le richiama al dovere di collaborare sia tra di loro che con le organizzazioni governative, per diffondere ancor di più un’attività fisica regolare. Al Csi, poi, non può che fare molto piacere il richiamo alla cooperazione tra settori sportivi e settori educativi. Ed ora veniamo a noi. Se abbiamo capito bene si è aperta una porta importante, forse siamo davanti ad una svolta epocale. Per decenni in Italia la battaglia a favore dello sport per tutti è stata una faccenda riguardante quasi esclusivamente gli Enti di Promozione Sportiva. Oggi, in base alle indicazioni del Cio, diventa patrimonio e responsabilità dell’intero sistema sportivo mondiale, e quindi anche di quello italiano. Ed è una responsabilità pressante, al punto che il Cio dice: «Basta chiacchere, diamoci da fare per sviluppare lo sport per tutti in tutto il mondo ». Di fronte a questa sfida l’Italia deve decidere se farsi trovare “pronta e protagonista” oppure se restare “un passo indietro” rispetto agli sviluppi dello sport mondiale. Segnali molto incoraggianti ci sono. Nel Coni da circa un anno è stato creata una commissione di lavoro dedicata a questa materia. Siamo vicini alla nascita (in casa Coni) del primo Osservatorio nazionale sport per tutti. Nel documento di autoriforma del Coni tra le tre priorità fondamentali è indicata con chiarezza la valorizzazione dello sport per tutti. Il Sottosegretario con delega allo sport ha aperto un tavolo di lavoro sul questo tema (con la presenza di tutti i soggetti interessati). Ora serve una svolta. Serve cambiare marcia e “infilare” una serie di iniziative e strategie concrete che valorizzino e sostengano la diffusione della pratica sportiva tra tutta la popolazione. Noi siamo ottimisti e crediamo che questo accadrà . E che accadrà a breve. Di più. Ci piace immaginare un’Italia in testa alla classifica del medagliere mondiale della “valorizzazione dello sport per tutti”. Sarebbe un risultato pesante, che resterebbe scritto nella storia dello sport italiano e del Paese.