Occasione mondiale per cambiare il mondo
È un Campionato del Mondo di calcio davvero straordinario quello che ha aperto i battenti ieri in Sud Africa. Non per i contenuti tecnici, che logicamente sono ancora tutti da decifrare, quanto per i suoi significati… collaterali. Giusto 50 anni fa, alle Olimpiadi Roma, un atleta africano, l’etiope Abebe Bikila, vinse a sorpresa la maratona, dando un segno visibile che anche l’Africa ormai si stava affacciando nelle vetrine del grande sport. Ed ora, mezzo secolo più tardi, l’Africa, tante medaglie vinte dappertutto e in ogni disciplina, ospita la sua prima kermesse sportiva planetaria, alla quale affida un messaggio che va oltre il pallone, un messaggio con cui si vuole annunciare che c’è una parte almeno del continente nero che ha saputo lasciarsi alle spalle colonialismo e apartheid diventando una nazione moderna. Come ci ricorda il film Invictus, firmato da Clint Eastwood e uscito in Italia pochi mesi fa, che racconta attraverso il rugby la saga di Nelson Mandela e del suo popolo verso la liberà, non è la prima volta che il nuovo Sud Africa affida allo sport il compito di testimoniare il suo percorso di riscatto. Certo, non mancano da quelle parti le contraddizioni, anche rilevanti: 65 miliardi di euro spesi in infrastrutture per l’evento, mentre zone del paese mancano di cose essenziali come luce e acqua; o i modernissimi mega stadi, costo 1,3 miliardi, che si specchiano in bidonville dove vivono un paio di milioni di persone. Ma il conto del dare e dell’avere andrà fatto, alla fine, in modo più prudente, mettendo nel totale anche il valore aggiunto in fiducia, in orgoglio, in voglia di progresso che la Coppa del Mondo lascerà in ogni angolo del Sud Africa. Così come nel conto andranno messi quei milioni di visitatori-tifosi attesi per l’occasione, che avranno modo di accorgersi che l’Africa e gli africani non sono poi così lontani da noi e ne porteranno testimonianza al ritorno. È proprio come sosteneva Nelson Mandela: lo sport ha davvero il potere di cambiare il mondo. C’è grande attesa in tutto il continente, e non solo in Sud Africa, per la World Cup, un entusiasmo - ci viene detto - che spinge i ragazzini dei villaggi più sperduti ad improvvisare interminabili partite. Basterebbe questo a certificare un bilancio positivo per i Mondiali appena inaugurati. Lo sa bene il Csi, che in Africa è presente da una dozzina di anni per farvi crescere lo sport educativo, e che ora potrà fruire dell’effetto volano della Coppa del Mondo.