Appuntamento a Roma con proposte costruttive utili al Paese
Avete presente la pubblicità televisiva con Lino Banfi? Un suo
amico è quasi sordo. Entra in un negozio. Gli mettono sull’orecchio un
apparecchio piccolo e quasi invisibile ed il gioco è fatto. Esce e torna a
sentire meglio di prima. Ma come fare per chi non ha voce e non riesce a farsi
sentire? Non esistono nemmeno “miracolose” pubblicità al riguardo. Tra coloro
che non hanno voce in questo Paese ci sono le società sportive. Impossibile
contarle.
I dati parlano di oltre 90 mila realtà ovunque sul territorio
nazionale. Non esiste comune, piccolo paese, periferia, dove non ci sia un
campetto con la sua società sportiva. Solo chi ha avuto la fortuna di “viverci dentro” può comprendere l’immenso
valore educativo e sociale di queste realtà. Sono vere agenzie educative, altro
che semplici luoghi dove far divertire o giocare i ragazzi. Da sempre si dice
che le società sportive costituiscono una ricchezza dal valore inestimabile per
il sistema sportivo italiano e per il Paese. La novità è che oggi (a dire il
vero da ieri o l’altro ieri) non ce la fanno più. Sia chiaro. Il rischio che
“chiudano” non esiste. Tirano avanti come sempre, mosse da una passione
infinita e da migliaia di volontari, cui bisognerebbe assegnare il titolo di
“Cavaliere dell’educazione dei giovani”. I problemi però diventano sempre più
grandi e insormontabili. Le società sportive si ritrovano oggi ad essere
triturate in un frullatore fatto di normative giuridiche e fiscali sempre più
complesse, di responsabilità sempre più grandi per chi fa (da volontario) il
Presidente, di risorse che scarseggiano, di istituzioni spesso distanti e
disponibili solo a grandi pacche sulle spalle. Se le cose stanno così sarebbe
logico immaginarsi una reazione stile “indignados”. Magari occupando qualche
piazza, qualche stadio. Insomma gesti forti e simbolici per dire: “ora basta,
dovete dare voce alle nostre esigenze ed ai nostri problemi!”. Invece no. Le
società sportive sono fatte da gente responsabile e costruttiva.
A percorrere
la strada della protesta non ci pensa nessuno. Tutti hanno voglia di incamminarsi
sulla strada della “proposta costruttiva” (che bell’esempio per il Paese!)
cercando di ragionare insieme per migliorare le cose. Indubbiamente però è
arrivato il momento di fare sistema, di dare voce alle società sportive e ai
loro presidenti. Da un gruppo di società sportive nasce così l’idea della prima
loro “assemblea nazionale”. Alcuni Enti di Promozione (Csi, Uisp, Us Acli, Aics)
hanno subito sostenuto questa iniziativa mettendosi a disposizione. Stessa cosa
ha fatto immediatamente il Coni – in rappresentanza di tutte le Federazioni e
dell’intero sistema sportivo italiano - scendendo in campo a sostegno
dell’iniziativa con entusiasmo.
Ora che accadrà? Il 3 marzo a Roma sono
convocati i presidenti delle società sportive di tutto il Paese per un momento
di ascolto e di confronto costruttivo. La convocazione è “libera ed aperta” a
tutte le società sportive. Varrà la pena esserci perché è la prima volta che si
mette in campo un’iniziativa popolare come questa. Anche chi resterà a casa
potrà dare il suo contributo, sottoscrivendo prima del 3 marzo i 12 punti del
documento riepilogativo predisposto da un gruppo di società sportive di base.
Obiettivo di tutto questo è quello di valorizzare l’impegno e l’operato delle
società sportive. Nulla di più, nulla di meno.