9 febbraio 2012

Appuntamento a Roma con proposte costruttive utili al Paese

Avete presente la pubblicità televisiva con Lino Banfi? Un suo amico è quasi sordo. Entra in un negozio. Gli mettono sull’orecchio un apparecchio piccolo e quasi invisibile ed il gioco è fatto. Esce e torna a sentire meglio di prima. Ma come fare per chi non ha voce e non riesce a farsi sentire? Non esistono nemmeno “miracolose” pubblicità al riguardo. Tra coloro che non hanno voce in questo Paese ci sono le società sportive.

Avete presente la pubblicità televisiva con Lino Banfi? Un suo amico è quasi sordo. Entra in un negozio. Gli mettono sull’orecchio un apparecchio piccolo e quasi invisibile ed il gioco è fatto. Esce e torna a sentire meglio di prima. Ma come fare per chi non ha voce e non riesce a farsi sentire? Non esistono nemmeno “miracolose” pubblicità al riguardo. Tra coloro che non hanno voce in questo Paese ci sono le società sportive. Impossibile contarle.
I dati parlano di oltre 90 mila realtà ovunque sul territorio nazionale. Non esiste comune, piccolo paese, periferia, dove non ci sia un campetto con la sua società sportiva. Solo chi ha avuto la fortuna  di “viverci dentro” può comprendere l’immenso valore educativo e sociale di queste realtà. Sono vere agenzie educative, altro che semplici luoghi dove far divertire o giocare i ragazzi. Da sempre si dice che le società sportive costituiscono una ricchezza dal valore inestimabile per il sistema sportivo italiano e per il Paese. La novità è che oggi (a dire il vero da ieri o l’altro ieri) non ce la fanno più. Sia chiaro. Il rischio che “chiudano” non esiste. Tirano avanti come sempre, mosse da una passione infinita e da migliaia di volontari, cui bisognerebbe assegnare il titolo di “Cavaliere dell’educazione dei giovani”. I problemi però diventano sempre più grandi e insormontabili. Le società sportive si ritrovano oggi ad essere triturate in un frullatore fatto di normative giuridiche e fiscali sempre più complesse, di responsabilità sempre più grandi per chi fa (da volontario) il Presidente, di risorse che scarseggiano, di istituzioni spesso distanti e disponibili solo a grandi pacche sulle spalle. Se le cose stanno così sarebbe logico immaginarsi una reazione stile “indignados”. Magari occupando qualche piazza, qualche stadio. Insomma gesti forti e simbolici per dire: “ora basta, dovete dare voce alle nostre esigenze ed ai nostri problemi!”. Invece no. Le società sportive sono fatte da gente responsabile e costruttiva.
A percorrere la strada della protesta non ci pensa nessuno. Tutti hanno voglia di incamminarsi sulla strada della “proposta costruttiva” (che bell’esempio per il Paese!) cercando di ragionare insieme per migliorare le cose. Indubbiamente però è arrivato il momento di fare sistema, di dare voce alle società sportive e ai loro presidenti. Da un gruppo di società sportive nasce così l’idea della prima loro “assemblea nazionale”. Alcuni Enti di Promozione (Csi, Uisp, Us Acli, Aics) hanno subito sostenuto questa iniziativa mettendosi a disposizione. Stessa cosa ha fatto immediatamente il Coni – in rappresentanza di tutte le Federazioni e dell’intero sistema sportivo italiano - scendendo in campo a sostegno dell’iniziativa con entusiasmo.
Ora che accadrà? Il 3 marzo a Roma sono convocati i presidenti delle società sportive di tutto il Paese per un momento di ascolto e di confronto costruttivo. La convocazione è “libera ed aperta” a tutte le società sportive. Varrà la pena esserci perché è la prima volta che si mette in campo un’iniziativa popolare come questa. Anche chi resterà a casa potrà dare il suo contributo, sottoscrivendo prima del 3 marzo i 12 punti del documento riepilogativo predisposto da un gruppo di società sportive di base. Obiettivo di tutto questo è quello di valorizzare l’impegno e l’operato delle società sportive. Nulla di più, nulla di meno.

L'angolo del Presidente

Appuntamento a Roma con proposte costruttive utili al Paese

Massimo Achini

Presidente Nazionale