7 aprile 2012

Gli autogol di Scommessopoli: fra scandali e speranze

Nelle scorse settimane è apparso nelle vetrine delle librerie il “Dizionario delle cose perdute”, interessante libro, dal sapore di nostalgia, scritto da Francesco Guccini. Parla delle cose che non ci sono più, dalla maglia di lana che “pizzica”, al Flit (storico liquido ammazza mosche da nebulizzare a mano), al meccano, alle cerbottane e via dicendo. Ci viene voglia di prenderci la libertà
Nelle scorse settimane è ap­parso nelle vetrine delle li­brerie il "Dizionario delle cose perdute", interessante libro, dal sapore di nostalgia, scritto da Francesco Guccini. Parla delle co­se che non ci sono più, dalla ma­glia di lana che "pizzica", al Flit (storico liquido ammazza mosche da nebulizzare a mano), al mecca­no, alle cerbottane e via dicendo.
Ci viene voglia di prenderci la li­bertà (Francesco permettendo) di aggiungere un capitolo sullo sport, dedicato a cose come la schedina, il calcio vero e puro, l'attaccamen­to alla maglia, i valori veri che cor­rono dietro a un pallone, tutti ele­menti che appaiono caduti in di­suso, anzi sono ormai introvabili, al pari delle altre cose descritte nel libro. La loro scomparsa è nota da tempo, ma fa sempre male ricor­darlo, come ci ha costretti a fare l'ultimo sviluppo di "Scommesso­poli". Questa settimana è finito in manette l'ex barese Andrea Ma­siello. L'imputazione non è previ­sta in nessun manuale di giuri­sprudenza: «Con il Lecce ha fatto autogol per intascare 50 mila euro». Si fa sempre più lunga la lista dei convocati nella Nazionale dei "la­dri di sogni e di ideali" dei ragaz­zi: Masiello si aggiunge a Doni, a Gervasoni, a Zamperini.
La sola Procura di Cremona ha emesso 34 mandati di arresto. Nelle Procure italiane i "faldoni" con su scritto "partite truccate" si moltiplicano come le zanzare in estate. A crede­re che il campionato italiano sia stato (o sia ancora oggi?) una cosa seria e corretta è rimasto solo, for­se, qualche monaco buddista del­l'alto Nepal, scollegato da ogni for­ma di comunicazione. E ora che si fa? «Il problema è complesso, e la soluzione immediata non esiste», si sente dire. Dentro c'è del vero, ma resta il fatto che questo ritor­nello è diventato insopportabile a ogni uomo di buon senso. Un se­gno di speranza viene dalla "guida" della Federazione Italiana Gioco Calcio.

Se c'è un uomo che è un e­sempio per tutti quanto a valori u­mani, correttezza e determinazio­ne, questo è il presidente Abete. Lo diciamo a ragion veduta, avendo avuto la fortuna di conoscerlo be­ne. La Federcalcio sta facendo il possibile e promette "processi spor­tivi" in tempi rapidi. Va bene, ma non basta. Servono gesti coraggio­si, forse simbolici, ma che facciamo capire che tutto non può o deve continuare come prima. Che ne di­reste di una bella pagina di gior­nale con scritto a caratteri cubitali "Chiediamo scusa a tutti gli spor­tivi veri" e con la firma di tutti i club di Serie A e B?
Che ne direste di due domeniche con ingresso gra­tuito allo stadio, come simbolico risarcimento per i soldi "rubati" a chi è andato a vedere partite truc­cate? Che ne direste dell'introdu­zione in ogni squadra professioni­stica della figura dell'educatore (qualcuno sorriderà, invece fareb­be bene a prendere la proposta molto sul serio)? Che ne direste di un bel ricambio nei dirigenti delle squadre di calcio, magari pescan­do da mondi belli e sani come il nostro? Troppo semplice vero? Me­glio, troppo semplice ma vero!

L'angolo del Presidente

Gli autogol di Scommessopoli: fra scandali e speranze

Massimo Achini

Presidente Nazionale