Le interessanti prospettive della Pasqua nell’anno olimpico
È una nota curiosa ma degna di attenzione. Prima ancora che nell'antica Grecia iniziassero i giochi in onore delle divinità dell'Olimpo, nel XXII libro dell'Iliade, Omero scrisse dei giochi tra atleti organizzati da Achille in vista del rito funebre di Patroclo. Se da un lato era un modo per rendere onore all'amico morto e prolungare la sua presenza nella comunità dei guerrieri, dall'altro l'episodio esprime chiaramente l'idea della sopravvivenza dei defunti. In embrione vi scorgiamo l'esperienza dello sport istituzionalizzato e quella dello sport sostenuto da motivazioni religiose. Una constatazione valoriale che purtroppo manca al moderno vissuto sportivo, troppo coinvolto dal circo mediatico in sottolineature scandalistiche su scommesse, degenerazioni e risultati eclatanti.
Peccati legati all'uomo, va però ricordato, più che limiti della pratica sportiva. Non sorprenda pertanto l'accostamento della Pasqua alle prossime Olimpiadi estive di Londra.
Le accomuna un alone di religiosità. Esplicita nella Pasqua, ma da riscoprire nei prossimi giochi estivi.
Lo stesso De Coubertin, nelle sue Memorie Olimpiche, ricorda quanto lo sport sia intriso di religio atleti, e quanto essa ne aumenti la motivazione, il valore e le prestazioni negli atleti partecipanti. Ma sport e religione sono pure accomunate da un vicendevole sospetto di interferenza impropria: la Chiesa che si affanna a ritrovare valori cristiani nello sport e lo sport che, stizzito, reclama la propria laicità.
Fortunatamente il mistero pasquale, con la Resurrezione di Gesù, può reclamare pienamente la propria autonomia e ricordare a tutti che l'uomo sta al centro di ogni preoccupazione religiosa. Si manifestano così due interessanti prospettive: quella personale e quella sociale. Per chi ha fede, l'uomo singolo è salvato da Gesù, e in lui la vita ritrova senso e speranza. Ma anche per chi non crede la Pasqua è richiamo individuale sul giusto utilizzo, e sul potenziamento fino alla perfezione, della propria corporeità. È col corpo che risorge Gesù, e quel corpo, come per ogni atleta anelante al successo olimpico, va ben preparato ed allenato affinché esprima il meglio di sé. Sul versante sociale, come la Pasqua ed il conseguente cristianesimo hanno segnato una svolta culturale capace di cambiare il mondo occidentale, così pure dagli antichi giochi tra guerrieri che si preparavano alla guerra nacque lo sport, con molteplici benefici sociali e culturali. Ai primi "Ginnasi", luoghi in cui si praticava la ginnastica e ci si esercitava, si affiancarono ben presto le scuole destinate all'istruzione, al leggere e allo scrivere, al far di conto; famose furono la scuola di Platone o il Liceo di Aristotele. In principio, verrebbe da sintetizzare, sport, cultura e fede camminavano insieme. È possibile auspicare che il Risorto scuota i singoli uomini e l'intera società in occasione delle prossime Olimpiadi?
Uomini di fede che invocano la sacra tregua olimpica con interruzione di ogni guerra. Uomini a custodia di valori, scuola ed educazione. Uomini che, come i primi cristiani, non temano la fatica, il sacrificio, il dono della propria vita per una corona di gloria immortale. Pasqua e Olimpiadi hanno molto in comune: l'uomo di lassù che non muore mai!