Europei, Olimpiadi: l’Oratorio vince sempre
Forse non tutti se
ne sono accorti, ma c'è un po' di oratorio anche agli Europei di calcio così
come ci sarà un po' di oratorio alle Olimpiadi. Partiamo dagli azzurri.
Prandelli è un oratoriano doc. Nato e cresciuto all'ombra del campanile ad
Orzinuovi, il mister si è fatto un bel pellegrinaggio di 11 kilometri per
raggiungere il Santuario della Divina Misericordia dopo la vittoria ai rigori
con l'Inghilterra, bissando quello fatto dopo la gara con l'Irlanda, 21 km
verso il convento dei Camaldolesi. Per non dire di Leonardo Bonucci, cresciuto
nell'oratorio S. Andrea di Viterbo.
Tra i dirigenti, lì a bordo campo, troviamo quel Demetrio Albertini che oggi è
vicepresidente della FIGC e che all'oratorio di Ravello torna, ancora oggi, non
appena possibile. Sarà così anche alle Olimpiadi. Il primo "azzurro" a
decollare per Londra sarà don Mario Lusek, cappellano olimpico, che il 22
luglio toccherà la terra britannica. Con lui il presidente del Coni, Gianni
Petrucci , giunto alla sua quarta esperienza come massimo rappresentante dello
sport italiano alle Olimpiadi, e sempre pronto a ricordare quando, da ragazzo,
frequentava la sede del Csi. Altri "ragazzi da oratorio" saranno nella fila
della rappresentativa azzurra a Londra, in continuità ideale con quegli atleti
di ieri e dell'altro ieri che hanno saputo testimoniare a livello
internazionale la qualità dello sport oratoriano. Gente come Antonio Cabrini, Beppe
Bergomi e Pierluigi Casiraghi, nel calcio, Francesco Moser e Felice Gimondi nel
ciclismo. Tutto questo ha costruito nel tempo una grande tradizione, parte
rilevante e in tutt'uno con la storia dello sport italiano. Per quanto si
voglia andare indietro nel tempo, l'elenco dei nomi non si esaurisce, anzi si
fa semmai anche più corposo, poiché l'origine dello sport moderno nel nostro
paese ha tratto linfa essenziale dai campetti e dalle società degli oratori. Un
contributo di energie, va ricordato sempre, che dall'oratorio si è esteso oltre
lo sport, alla società civile. Per decenni l'oratorio ha sfornato "campioni
nella vita", brava gente che ha aiutato i ragazzi a crescere e ad apprezzare i
veri valori della vita, gente che in tanti casi da ha iniziato un cammino da
bravi dirigenti al servizio del paese. Oggi l'educazione sfida lo sport! E lo
sport, in questa partita, ha più che mai bisogno di dare la fascia di capitano
allo "sport in oratorio".
Perché, diciamocelo pure, altro che " viva il parroco" o "sport di serie B". Lo
sport in oratorio, nelle vittorie che contano, c'è sempre stato e sempre ci
sarà.