28 giugno 2012

Europei, Olimpiadi: l’Oratorio vince sempre

Forse non tutti se ne sono accorti, ma c’è un po’ di oratorio anche agli Europei di calcio così come ci sarà un po’ di oratorio alle Olimpiadi. Partiamo dagli azzurri. Prandelli è un oratoriano doc. Nato e cresciuto all’ombra del campanile ad Orzinuovi, il mister si è fatto un bel pellegrinaggio di 11 kilometri per raggiungere il Santuario della Divina Misericordia dopo la vittoria ai rigori con l’Inghilterra, bissando quello fatto dopo la gara con l’Irlanda, 21 km verso il convento dei Camaldolesi. Per non dire di Leonardo Bonucci, cresciuto nell’oratorio S. Andrea di Viterbo.

Forse non tutti se ne sono accorti, ma c'è un po' di oratorio anche agli Europei di calcio così come ci sarà un po' di oratorio alle Olimpiadi. Partiamo dagli azzurri. Prandelli è un oratoriano doc. Nato e cresciuto all'ombra del campanile ad Orzinuovi, il mister si è fatto un bel pellegrinaggio di 11 kilometri per raggiungere il Santuario della Divina Misericordia dopo la vittoria ai rigori con l'Inghilterra, bissando quello fatto dopo la gara con l'Irlanda, 21 km verso il convento dei Camaldolesi. Per non dire di Leonardo Bonucci, cresciuto nell'oratorio S. Andrea di Viterbo.

Tra i dirigenti, lì a bordo campo, troviamo quel Demetrio Albertini che oggi è vicepresidente della FIGC e che all'oratorio di Ravello torna, ancora oggi, non appena possibile. Sarà così anche alle Olimpiadi. Il primo "azzurro" a decollare per Londra sarà don Mario Lusek, cappellano olimpico, che il 22 luglio toccherà la terra britannica. Con lui il presidente del Coni, Gianni Petrucci , giunto alla sua quarta esperienza come massimo rappresentante dello sport italiano alle Olimpiadi, e sempre pronto a ricordare quando, da ragazzo, frequentava la sede del Csi. Altri "ragazzi da oratorio" saranno nella fila della rappresentativa azzurra a Londra, in continuità ideale con quegli atleti di ieri e dell'altro ieri che hanno saputo testimoniare a livello internazionale la qualità dello sport oratoriano. Gente come Antonio Cabrini, Beppe Bergomi e Pierluigi Casiraghi, nel calcio, Francesco Moser e Felice Gimondi nel ciclismo. Tutto questo ha costruito nel tempo una grande tradizione, parte rilevante e in tutt'uno con la storia dello sport italiano. Per quanto si voglia andare indietro nel tempo, l'elenco dei nomi non si esaurisce, anzi si fa semmai anche più corposo, poiché l'origine dello sport moderno nel nostro paese ha tratto linfa essenziale dai campetti e dalle società degli oratori. Un contributo di energie, va ricordato sempre, che dall'oratorio si è esteso oltre lo sport, alla società civile. Per decenni l'oratorio ha sfornato "campioni nella vita", brava gente che ha aiutato i ragazzi a crescere e ad apprezzare i veri valori della vita, gente che in tanti casi da ha iniziato un cammino da bravi dirigenti al servizio del paese. Oggi l'educazione sfida lo sport! E lo sport, in questa partita, ha più che mai bisogno di dare la fascia di capitano allo "sport in oratorio".

Perché, diciamocelo pure, altro che " viva il parroco" o "sport di serie B". Lo sport in oratorio, nelle vittorie che contano, c'è sempre stato e sempre ci sarà.

L'angolo del Presidente

Europei, Olimpiadi: l’Oratorio vince sempre

Massimo Achini

Presidente Nazionale