4 ottobre 2012

Basta poco per aiutare le Società sportive di base

Difficile di questi tempi trovare esempi positivi e virtuosi nel mondo della politica. Noi vogliamo provarci, anche se, per coerenza, limitiamo il campo al nostro raggio di azione. Perciò poniamo una domanda: «Cari Sindaci o Assessori allo sport, la vostra amministrazione fa qualcosa di bello, di concreto, per aiutare davvero le società sportive? Se è così, scriveteci e raccontatecelo» L’idea è di aprire su queste pagine una rubrica per dare voce alle buone pratiche a favore delle società sportive. Il primo esempio lo proponiamo noi.

Difficile di questi tempi trovare esempi positivi e virtuosi nel mondo della politica. Noi vogliamo provarci, anche se, per coerenza, limitiamo il campo al nostro raggio di azione. Perciò poniamo una domanda: «Cari Sindaci o Assessori allo sport, la vostra amministrazione fa qualcosa di bello, di concreto, per aiutare davvero le società sportive? Se è così, scriveteci e raccontatecelo» L’idea è di aprire su queste pagine una rubrica per dare voce alle buone pratiche a favore delle società sportive. Il primo esempio lo proponiamo noi. Il Comune di Milano sta per emettere un bando per il sostegno dell’attività giovanile nelle società sportive di base.

Funziona così. Ogni società sportiva deve “certificare” l’esistenza di ogni suo tesserato under 14. Il Comune riconosce 40 euro come contributo per ogni ragazzo regolarmente iscritto alla società sportiva. Lo stanziamento complessivo è di 500 mila euro, e chi prima arriva meglio alloggia, nel senso che le domande vengono accolte in rigoroso ordine di presentazione sino ad esaurimento del budget disponibile.

Si tratta di un “bando” nato parecchi ani fa e sopravvissuto all’alternanza del colore politico delle amministrazioni cittadine. Anzi, con il passare del tempo, il bando è stato perfezionato. L’ultima novità riguarda la “residenza sportiva”: se un ragazzo abita fuori Milano ma gioca in una squadra “milanese” la società sportiva ha diritto ugualmente al contributo, sino a ieri limitato ai ragazzi residenti a Milano. L’esempio meneghino può essere un modello da “riproporre” in altri territori e in altri comuni, poiché dimostra che è possibile, con iniziative semplici, sostenere concretamente le società sportive di base. Ecco perché far conoscere le “buone pratiche” esistenti può essere utile. Il bando del comune di Milano uscirà tra poco. Chiunque può scaricarlo ed andare dalla sua amministrazione locale per proporre: «Perché anche voi non inventate qualcosa di simile?».

Invitiamo anche Sindaci e Assessori allo sport a scriverci per farci conoscere iniziative “reali e concrete” prese a favore delle società sportive. Siamo disposti a dare voce a queste esperienze, abbiamo bisogno di farle conoscere, di valorizzarle, di dargli forza, di dimostrare che ogni tanto la politica riesce ancora a ragionare con logiche lontane dal modello “Fiorito e dintorni”. Un’ultima riflessione.


Siamo in tempi di crisi, di “Spending review”. Come è possibile pensare che una pubblica amministrazione trovi le risorse da destinare allo sport di base? La risposta è in due semplici considerazioni. La prima riguarda la differenza tra spesa e investimento.

Aiutare le società sportive appartiene sicuramente alla seconda categoria.

La seconda riguarda il buon senso.

Per aiutare le società sportive basta poco. Un esempio: il Comune di Milano stanzia per quel famoso bando 500 mila euro, a fronte di un bilancio di alcuni miliardi. Come dire che non sono certo i soldi destinati alla società sportive a cambiare il destino di un bilancio comunale o regionale. Ma per la sopravvivenza delle società sportive quei pochi spiccioli possono fare la differenza.

L'angolo del Presidente

Basta poco per aiutare le Società sportive di base

Massimo Achini

Presidente Nazionale