1 novembre 2012

Il Cio e lo Sport in Oratorio parenti stretti

Che distanza immaginate ci sia tra il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) e lo sport in Oratorio? A prima vista si direbbe oceanica. Da un lato la massima organizzazione dello sport mondiale, che si occupa di coordinare le Olimpiadi, dall’altra lo sport vissuto all’ombra del campanile, con l’obiettivo di educare alla vita. Le cose non stanno così. Può sembrare strano, ma Cio e sport in Oratorio sono “parenti stretti”.

Che distanza immaginate ci sia tra il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) e lo sport in Oratorio? A prima vista si direbbe oceanica. Da un lato la massima organizzazione dello sport mondiale, che si occupa di coordinare le Olimpiadi, dall’altra lo sport vissuto all’ombra del campanile, con l’obiettivo di educare alla vita. Le cose non stanno così. Può sembrare strano, ma Cio e sport in Oratorio sono “parenti stretti”.

Per comprenderlo basta dare un occhiata agli obiettivi che il Cio ha scritto nelle sue carte statutarie. Al punto 1 si legge «sviluppare e incoraggiare l’educazione dei giovani attraverso lo sport…..» . Non sembra di sentir parlare il Csi? Al punto 12 si afferma che un altro obiettivo è «incoraggiare e sostenere la diffusione dello sport per tutti». Anche qui si tratta di “musica” per le orecchie di chi crede nelle infinite potenzialità educative e sociali dello sport. Dunque non è vero che il Cio pensa solo alle Olimpiadi.

Certo, anche e forse prevalentemente a quelle, ma non solo. Si capisce così perché il suo presidente, Jaques Rogge, con un bel balzo di coraggio, si è letteralmente inventato i Giochi Olimpici giovanili (invernali e estivi), che nel 2014 si terranno Nanchino. A guardarle da vicino sembrano finali nazionali del Csi. Partite, competizione sana e tosta, ma anche festa, incontro, amicizia, cultura, valori, solidarietà.

Tutto questo per dire che il nostro impegno quotidiano in migliaia di società sportive e negli oratori di tutto il Paese deve sempre essere vissuto in piccolo ma pensato in grande. Non siamo gente che si monta la testa.


Siamo gente che nel Dna ha umiltà e dimensione del servizio, gente abituata a stare nell’ombra, a occuparsi dei deboli, degli scarsi, di quelli che nessuno vuole tra i piedi. Siamo gente che lo fa con l’orgoglio e la consapevolezza di dare un grande contributo alle vere sfide del mondo di oggi. È bello vedere che anche il Cio guarda con ammirazione e fiducia al nostro impegno. Un altro esempio? Le Nazioni Unite hanno detto con chiarezza che lo sport è strategicamente importante per raggiungere alcuni dei grandi obiettivi del terzo millennio, come la pace tra i popoli, la crescita delle civiltà… A chi pensate si riferiscano? Sarà mica, per caso, anche a gente come noi? Allora proseguiamo a vivere in piccolo dedicandoci “con passione infinita” ai ragazzi che abbiamo tra le mani e alla nostra piccola società sportiva. Senza dimenticare che stiamo dando un contributo importante allo sport mondiale e alla crescita dell’umanità.

L'angolo del Presidente

Il Cio e lo Sport in Oratorio parenti stretti

Massimo Achini

Presidente Nazionale