Stendardo: un premio al “difensore-avvocato”
La storia è vera. Talmente vera da sembrare frutto
della pura fantasia. Immaginate un giocatore che viene “squalificato e sospeso”
per eccesso di studio. Si, proprio così, “punito” perché finisce per
considerare la scuola più importante del pallone.
Se si trattasse di un bambino ad un tipo così bisognerebbe dargli il “premio
Nobel per la maturità”, altro che storie. Tutte le mamme ed i papà del mondo
sanno che uno dei ritornelli più utilizzati dall’umanità si sintetizza così:
«Guarda che la scuola è più importante del pallone e se non ti metti a studiare
come si deve la prossima settimana non vai a calcio».
Il vero problema è che il protagonista della nostra
storia non è un ragazzino ma un giocatore professionista che veste la maglia
dell’Atalanta e che ha alle spalle una dignitosa carriera in vari club di Serie
A. Il fatto, ormai, lo conoscono tutti. Guglielmo Stendardo, (caso raro tra i
professionisti) riesce a conciliare la carriera con lo studio.
Finisce regolarmente le superiori, si laurea in giurisprudenza e si prepara per
l’esame di stato per diventare avvocato. Il tutto riuscendo a conciliare
perfettamente “studio e allenamenti”.
Sino a qui tutti lo avrebbero citato come esempio e
modello per i giovani.
E siccome a noi piace cercare “testimoni” credibili riteniamo importante
sottolineare che uno così vada preso a modello e che la sua storia vada fatta
conoscere a tanti ragazzi dentro tanti spogliatoi di periferia. E che a quei
ragazzi bisogna dire: «Altro che veline e macchine di lusso… Questi sono i
calciatori che dovresti ammirare davvero». Vogliamo essere chiari. Non ci
permettiamo di criticare o giudicare nessuno. Meno che meno i dirigenti o il
comportamento dell’Atalanta. Non abbiamo imbarazzo a dire che Stendardo ha
sbagliato nel non informare ufficialmente chi di dovere nella sua società sulla
sua necessità di saltare la partita causa esame di stato.
Resta il fatto che questa storia resta una testimonianza bella e positiva da
raccontare ai giovani di oggi. I campioni veri (ed anche i giocatori modesti)
noi li vogliamo così. Capaci di fare scelte “vere e forti” correndo anche il
rischio di essere incompresi.
Lo scorso anno avevamo dato il discobolo del Csi a Simone Farina, per la sua
coerenza nel denunciare tentativi di comprare le partite. E adesso che
facciamo? Ad uno come Stendardo non vogliamo dare lo stesso premio? Diremmo
proprio di si… con la curiosità di sapere come è andato l’esame di Stato di
questo raro esempio di “difensore – avvocato”.