20 dicembre 2012

Stendardo: un premio al “difensore-avvocato”

La storia è vera. Talmente vera da sembrare frutto della pura fantasia. Immaginate un giocatore che viene “squalificato e sospeso” per eccesso di studio. Si, proprio così, “punito” perché finisce per considerare la scuola più importante del pallone.

La storia è vera. Talmente vera da sembrare frutto della pura fantasia. Immaginate un giocatore che viene “squalificato e sospeso” per eccesso di studio. Si, proprio così, “punito” perché finisce per considerare la scuola più importante del pallone.

Se si trattasse di un bambino ad un tipo così bisognerebbe dargli il “premio Nobel per la maturità”, altro che storie. Tutte le mamme ed i papà del mondo sanno che uno dei ritornelli più utilizzati dall’umanità si sintetizza così: «Guarda che la scuola è più importante del pallone e se non ti metti a studiare come si deve la prossima settimana non vai a calcio».

Il vero problema è che il protagonista della nostra storia non è un ragazzino ma un giocatore professionista che veste la maglia dell’Atalanta e che ha alle spalle una dignitosa carriera in vari club di Serie A. Il fatto, ormai, lo conoscono tutti. Guglielmo Stendardo, (caso raro tra i professionisti) riesce a conciliare la carriera con lo studio.

Finisce regolarmente le superiori, si laurea in giurisprudenza e si prepara per l’esame di stato per diventare avvocato. Il tutto riuscendo a conciliare perfettamente “studio e allenamenti”.

Sino a qui tutti lo avrebbero citato come esempio e modello per i giovani.

E siccome a noi piace cercare “testimoni” credibili riteniamo importante sottolineare che uno così vada preso a modello e che la sua storia vada fatta conoscere a tanti ragazzi dentro tanti spogliatoi di periferia. E che a quei ragazzi bisogna dire: «Altro che veline e macchine di lusso… Questi sono i calciatori che dovresti ammirare davvero». Vogliamo essere chiari. Non ci permettiamo di criticare o giudicare nessuno. Meno che meno i dirigenti o il comportamento dell’Atalanta. Non abbiamo imbarazzo a dire che Stendardo ha sbagliato nel non informare ufficialmente chi di dovere nella sua società sulla sua necessità di saltare la partita causa esame di stato.

Resta il fatto che questa storia resta una testimonianza bella e positiva da raccontare ai giovani di oggi. I campioni veri (ed anche i giocatori modesti) noi li vogliamo così. Capaci di fare scelte “vere e forti” correndo anche il rischio di essere incompresi.

Lo scorso anno avevamo dato il discobolo del Csi a Simone Farina, per la sua coerenza nel denunciare tentativi di comprare le partite. E adesso che facciamo? Ad uno come Stendardo non vogliamo dare lo stesso premio? Diremmo proprio di si… con la curiosità di sapere come è andato l’esame di Stato di questo raro esempio di “difensore – avvocato”.

L'angolo del Presidente

Stendardo: un premio al “difensore-avvocato”

Massimo Achini

Presidente Nazionale