17 gennaio 2013

Diamo ai giovani prospettive e speranze

Mercoledì 16 gennaio Eurispes e Telefono Azzurro hanno presentato il rapporto annuale 2012 sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza. Non c’è da rallegrarsi. Molti degli indicatori di disagio sono aumentati in maniera sensibile ne¬gli ultimi dodici mesi. Bullismo, gioco d’azzardo, dipendenza da internet, sexting, alcolismo, mancanza di dialogo con gli adulti, depressione e tanta solitudine sono solo alcuni dei fatti negativi che connotano in modo sempre più marcato la condizione dei minori. C’è poco da stupirsi. Il trend era chiaro già da anni, ma nulla si è fatto nel frattempo per mettere mano a una politica che prevenisse e curasse il malessere giovanile.

Ieri Eurispes e Telefono Azzurro han­no presentato il rapporto annuale 2012 sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza. Non c’è da rallegrar­si. Molti degli indicatori di disagio so­no aumentati in maniera sensibile ne­gli ultimi dodici mesi. Bullismo, gioco d’azzardo, dipendenza da internet, sex­ting, alcolismo, mancanza di dialogo con gli adulti, depressione e tanta soli­tudine sono solo alcuni dei fatti negati­vi che connotano in modo sempre più marcato la condizione dei minori. C’è poco da stupirsi. Il trend era chiaro già da anni, ma nulla si è fatto nel frattem­po per mettere mano a una politica che prevenisse e curasse il malessere giova­nile. Nel suo lanciare l’urgenza della “sfi­da educativa”, anche la Chiesa è rima­sta sostanzialmente inascoltata. E pos­siamo stare certi che tra un paio di gior­ni lo “scandalo” del quadro allarmante disegnato da Eurispes non farà più no­tizia, e la questione giovanile tornerà nel dimenticatoio, salvo riaffiorare tra un anno alla presentazione del rapporto 2013. Qualcuno potrà obiettare che nel­la fase attuale della storia nazionale, con un Paese che si è trovato sull’orlo del default, che è oggi in piena recessione e con un tasso di disoccupazione disa­stroso, in cui le forbici della spending re­view non sanno più dove tagliare, alla vigilia di difficili elezioni, le questioni da mettere sotto i riflettori sono ben al­tre. Non sono d’accordo. Sarebbe una gran cosa se il dibattito pre-elettorale sul futuro del Paese si soffermasse un po’ an­che sulla situazione di abbandono in cui costringiamo i giovani; se i pro­grammi dei partiti contenessero qual­che ricetta ad ampio raggio per restitui­re ai minori prospettive e speranza, per fornire loro un’educazione che li pre­pari alla vita. Una politica giovanile in­tegrata è possibile, anche nelle attuali ri­strettezze. Magari cominciando a com­prendere quanto sia preziosa la risorsa costituita dalle 80.000 società sportive diffuse su tutte il territorio nazionale. Insieme alla famiglia e alla scuola, lo sport è considerato oggi in tutta Europa il terzo pilastro educativo. E i giovani ­ci ha spiegato ieri l’Eurispes - non na­scono fragili ma sono resi fragili da una società che presenta sfide e pericoli in­sidiosi, cui in molti casi gli stessi adulti non sono preparati. Pertanto: «Serve in­vestire in percorsi educativi e culturali, che porteranno a un ritorno di investi­mento perché capaci di donare benes­sere agli adulti di domani». La rete edu­cativa dello sport non è di là da venire, non deve essere inventata, esiste già e va soltanto messa in condizione di lavora­re al meglio. Per non perdere tempo, per non stracciarsi le vesti alla prossima ri­cerca sul buio esistenziale che avvolge i nostri giovani.

L'angolo del Presidente

Diamo ai giovani prospettive e speranze

Massimo Achini

Presidente Nazionale