2 marzo 2013

Un Csi di frontiera

La nostra è sempre stata una associazione di frontiera. Le comodità, le certezze, la routine non fanno per noi. Siamo inguaribili amanti delle esperienze di frontiera.
Siamo un'associazione per gente che ama "l’infinito" , per gente che ha imparato a sognare, per gente che si impegna per rendere possibile l’impossibile. Portare lo sport "dappertutto" è sempre stata una nostra vocazione. In queste ore sono ad Haiti , dove un anno fa abbiamo aperto l’ultima sede internazionale del CSI.
In questi giorni si sta svolgendo il primo corso allenatori (50 partecipanti) del CSI haitiano.

La nostra è sempre stata una associazione di frontiera. Le comodità, le certezze, la routine non fanno per noi. Siamo inguaribili amanti delle esperienze di frontiera.

Siamo un'associazione per gente che ama "l’infinito", per gente che ha imparato a sognare, per gente che si impegna per rendere possibile l’impossibile. Portare lo sport "dappertutto" è sempre stata una nostra vocazione. In queste ore sono ad Haiti , dove un anno fa abbiamo aperto l’ultima sede internazionale del CSI.

In questi giorni si sta svolgendo il primo corso allenatori (50 partecipanti) del CSI haitiano.

Un anno fa aprire il CSI ad Haiti sembrava follia. Oggi è realtà. Tutto questo è stato possibile grazie all’impegno e all’ entusiasmo di tutta la nostra associazione.

Un entusiasmo o che contagia. L’ ultimo ad essersi ammalato di "follia attraverso lo sport" è stato Andrea Zorzi che ci ha messo un attimo a riempire lo zaino ed a partire con me.

L’esperienza di Haiti sta dentro un ragionamento più grande.

È quell’ idea di andare in frontiera, di essere associazione "missionaria", che ci ha portato ad essere presenti in Camerun, in Albania, nella Repubblica Centrafricana, in Congo…ed in tanti altri paesi del mondo.

A chi ci chiede il perché di tutto questo rispondiamo con semplicità: "perché i bambini sono bambini in ogni paese del mondo. Perché tutti i bambini hanno diritto di essere felici correndo dietro ad un pallone. Perché lo sport nei paesi in via di sviluppo è un’ arma educativa straordinaria. Infine perché vogliamo che la gente del CSI sia gente con gli occhi aperti e spalancati sul mondo".

Non siamo solo appassionati ai grandi viaggi. Nella complessa società di oggi esistono frontiere anche nel nostro quartiere o dietro casa nostra.

É questa considerazione che ci ha portato ad occuparci dello sport in carcere, ad esserci nelle periferie, a fondare la Nazionale amputati di calcio, a fare tornei nei centri di accoglienza, ad aprire società sportive in Aspromonte e tanto altro ancora…

È questa considerazione che porta ogni nostra società sportiva ad accogliere tutti, ma proprio tutti, a partire da quel "ragazzo" scartato da tante altre realtà e che nessuno vorrebbe avere tra i piedi.

Insomma il tutti gli ambiti "difficili" in cui portare lo sport diventa scomodo e faticoso il CSI c’é!

Il popolo del CSI è fatto così. É un popolo che ha una passione educativa che non conosce confini. É un popolo del quale siamo immensamente orgogliosi.

L'angolo del Presidente

Un Csi di frontiera

Massimo Achini

Presidente Nazionale