Ambasciatori dei valori sportivi tra i giovani
È il Cio che dal 1983 preme per l’affermazione dello sport per tutti, organizzando puntualmente congressi mondiali sull’argomento.
Oggi il Comitato Olimpico Internazionale si propone un compito ben più ampio che organizzare le Olimpiadi. Una buona parte delle sue energie è incanalata nel promuovere la diffusione della pratica sportiva ad ogni livello e ovunque sia possibile.
È il Cio che dal 1983 preme per l’affermazione dello sport per tutti, organizzando puntualmente congressi mondiali sull’argomento.
Ed è sempre il Cio che da qualche anno lavora per la diffusione dello sport giovanile come strumento educativo. È una “mission” che trova radici nella Carta Olimpica, dove anzitutto si dichiara che «la pratica dello sport è un diritto umano», e poi si afferma che il Cio «incoraggia e supporta la promozione dell’etica nello sport così come l’educazione della gioventù attraverso lo sport e dedica i suoi sforzi ad assicurare che nello sport lo spirito del fair play prevalga e la violenza sia bandita». Ecco da dove nasce il Festival Olimpico della Gioventù Europea e l’idea di fare vivere a ragazzi e ragazze provenienti da tutta Europa all’interno di veri Villaggi Olimpici, a misura di ragazzo e accessoriati dalle più moderne tecnologie di comunicazione - giornate fatte di sport, amicizia, educazione, incontro, valori della vita. Musica per le orecchie del Centro Sportivo italiano. Per questo abbiamo proposto al presidente del Coni, Giovanni Malagò, di investire del ruolo di “ambasciatore dello sport tra i giovani” ciascuno dei 116 fra ragazzi e ragazze che faranno parte della delegazione azzurra impegnati ai Eyof in Olanda, dal 14 al 19 luglio. Come funzionerà? L’idea è che al ritorno da Utrecht, a settembre, quei ragazzi si rincontrino per ragionare insieme sull’esperienza vissuta. A ciascuno sarà proposto di diventare, sul suo territorio, ambasciatore dei valori dello sport tra i giovani, con il pieno coinvolgimento delle rispettive Federazioni. In sostanza, si organizzerebbero incontri tra questi ragazzi e i loro coetanei nelle scuole e negli oratori della loro città e provincia. Sarebbe veramente bello chiedere ai giovani di parlare ai giovani, chiedere ai “campioncini” di ritorno da Utrecht di testimoniare ai coetanei i valori dello sport e della vita. Nella società di oggi dobbiamo imparare a dare spazio ai giovani, a fidarci di loro, a chiedergli grandi cose, a affidargli il compito di costruire un mondo migliore.