18 luglio 2013

Per battere il doping, investiamo in cultura sportiva

Domenica 14 luglio probabilmente resterà come data storica dello sport mondiale. Nel giro di 24 ore una “retata di doping” ha scosso come un terremoto il mondo dell’atletica giamaicana e mondiale. Nelle stesse 24 ore per la prima volta di fronte ad un’esaltante impresa al Tour de France del ciclista Froome sul monte Ventoux, la “montagna calva” dove tanti anni fa morì di doping l’inglese Simpson, il pubblico ha deciso di “non applaudire per diffidenza”. In attesa di accertamenti ha detto: «Non mi fido, forse costui è dopato».

Domenica 14 luglio pro­babilmente resterà co­me data storica dello sport mondiale. Nel giro di 24 ore una “retata di doping” ha scosso come un terremoto il mondo dell’atletica giamaica­na e mondiale. Nelle stesse 24 ore per la prima volta di fron­te ad un’esaltante impresa al Tour de France del ciclista Froome sul monte Ventoux, la “montagna calva” dove tanti anni fa morì di doping l’in­glese Simpson, il pubblico ha deciso di “non applaudire per diffidenza”. In attesa di accer­tamenti ha detto: «Non mi fi­do, forse costui è dopato».

Do­ve siamo arrivati è chiaro a tut­ti. Altrettanto evidente è che in gioco c’è la credibilità dello sport. E adesso come se ne e­sce? La vera domanda, che me­rita risposta, è questa, il resto è retorica. Per uscirne non ci sono scorciatoie né ricette ma­giche. Servono 3 ingredienti fondamentali. Prima di tutto servono leggi che considerino il doping reato penale. In Ita­lia è così, ma in altre parti del mondo non si è ancora fatta questa scelta. Servono poi con­trolli, controlli e ancora con­trolli, a tappeto e senza pietà. Il problema non è con quali strumenti farli, ma con quali soldi. Ecco perché governi ed istituzioni internazionali de­vono sostenere, anche econo­micamente, una lotta al do­ping come non c’è mai stata. In gioco c’è un “patrimonio dell’umanità “ che si chiama sport. Infine, l’ingrediente pri­mario, quello che davvero può annientare il doping. Serve u­na diversa cultura sportiva. Ser­ve cambiare mentalità, inve­stire nei settori giovanili e da­re forza ai valori dello sport, per costruire uomini e donne capaci, domani, di respingere la tentazione del doping. Un tempo si diceva che un politi­co corre dietro alle elezioni e uno statista guarda lontano. Bene, qui bisogna essere “sta­tisti” dello sport. Se corriamo dietro l’emergenza non si va da nessuna parte. Se mettiamo in cantiere in piano per scon­figgere il doping in 10 anni possiamo fare cose grandi. A parole tutti sono d’accordo sulla necessità di investire in cultura sportiva, ma ci si ferma lì, mentre servono azioni con­crete, risorse, determinazione e perseveranza. Ai ragazzi di domani non vogliamo lascia­re uno sport fatto di imbrogli e di doping. Vogliamo lascia­re, invece, lo sport più vero di tutti i tempi. La sfida è enor­me, perché il doping è sempre esistito. Galeno di Pergamo, medico filosofo dell’antica Grecia, ci ha testimoniato che già nei Giochi di Olimpia gli atleti usavano stimolanti. In­torno al 1904 Pierre de Cou­bertin, il fondatore delle O­limpiadi moderne, dichiarò: «Alcuni aspetti dei Giochi van­no rivisti e devono farci riflet­tere. Questo avviene quando si dopa un atleta come un ca­vallo ». E ancora, come non ri­cordare che il compianto Men­nea ha messo su in venti anni di carriera 7 etti di muscoli e dintorni? Nulla, se paragona­ti ai giamaicani e a tutti i ve­locisti di oggi che mettono su muscoli come niente fosse.

Se il doping c’è sempre stato, oggi si è superata la soglia di umana sopportazione ed in gioco c’è la credibilità dell’in­tero sistema sportivo mondia­le. Insomma: oggi o mai più. Serve un’azione straordinaria di “lotta al doping”, per pro­vare a debellare o almeno ad arginare questa piaga deva­stante. Inutile piangersi ad­dosso. Inutile fare filosofia o demagogia. Inutile dire che si può fare poco. Serve girarsi su le maniche e mettere in cam­po la più grande lotta al do­ping della storia. Sperando che sia la volta buona…

L'angolo del Presidente

Per battere il doping, investiamo in cultura sportiva

Massimo Achini

Presidente Nazionale