24 ottobre 2013
Caro Maradona, gigante in campo, ora un piccolo uomo
Carissimo Diego Armando, il tuo incredibile gestaccio durante la trasmissione di Fabio Fazio ha scatenato un’infinità di reazioni. Voglio aggiungermi alla lista degli scandalizzati. Vedi caro Diego, in campo tu hai incantato i tifosi di tutto il mondo, e le tue “giocate” resteranno nella storia del calcio. Fuori dal campo, invece, pare non ne azzecchi una. Te lo diciamo senza tanti giri di parole: per noi sei e rimani un campione a metà. L‘atleta è ancora oggi “irraggiungibile”, ma l’uomo dov’è?
Carissimo Diego Armando, il tuo incredibile gestaccio durante la trasmissione di Fabio Fazio ha scatenato un’infinità di reazioni. Voglio aggiungermi alla lista degli scandalizzati. Vedi caro Diego, in campo tu hai incantato i tifosi di tutto il mondo, e le tue “giocate” resteranno nella storia del calcio. Fuori dal campo, invece, pare non ne azzecchi una. Te lo diciamo senza tanti giri di parole: per noi sei e rimani un campione a metà. L‘atleta è ancora oggi “irraggiungibile”, ma l’uomo dov’è?
Potevi essere un modello straordinario per milioni di giovani, ma non lo sei mai stato. Non vogliamo giudicare la tua vita e le tue scelte, ci permettiamo però di condannare la tua “irresponsabilità” nell’assumere atteggiamenti inqualificabili. Sai cosa ci ha fatto arrabbiare del tuo “ombrello”? Il mese scorso l’Agenzia delle Entrate ha multato una piccola società sportiva perché, per un cavillo burocratico, non aveva esposto in bacheca la convocazione dell’Assemblea. Quella società sportiva è fatta di volontari che tirano fuori di tasca loro centinaia di euro per comprare le divise e i palloni per i ragazzi. Eppure, di fronte ad una multa così assurda e incomprensibile, pagano. Poi arrivi tu, che devi al fisco italiano milioni di euro e, in tv, affermi che l’Agenzia delle Entrate può andare a quel paese. Un esempio davvero brutto, in un Paese che lotta per educare alla legalità. Un’altra occasione persa per essere un modello per i giovani (avresti forse scoperto che ciò alla lunga rende ancora più felici che vincere scudetti e Mondiali), ma hai sempre scelto di essere esattamente il contrario. Perché scriverti tutto questo?
Perché abbiamo bisogno di ribadire alcune cose. A noi stessi abbiamo bisogno di dire che di campioni che vivono solo di eccessi non abbiamo più bisogno. Forse dovremmo iniziare a dire che non sono per niente campioni se non sanno fare i conti con la vita. Il mondo dello sport, fortunatamente, è pieno di atleti ed atlete di alto livello che sanno essere modelli positivi per i giovani e che sanno assumersi sino in fondo la responsabilità sociale ed educativa che il loro “ruolo” comporta. A questi campioni “veri” chiediamo di uscire allo scoperto, di abbandonare quella sana e comprensibile “discrezione” che li accompagna nelle cose belle che fanno fuori dal campo, di provare il gusto di proporsi come modelli “visibili” per i giovani di oggi e di farlo senza paura. Di fronte al tuo connazionale Zanetti, per esempio, caro Diego, tu diventi un “nano” insignificante anche se con il pallone ci sai fare di più.
Eppure, a te, carissimo Diego, diciamo che quelli come te in fondo stanno simpatici di natura. Da sempre noi , nelle nostre piccole società sportive di oratorio e di periferia, accogliamo a braccia aperte quelli che “rompono”, quelli che non sono educati, quelli che nessuno vorrebbe. Proviamo sino in fondo a fargli cambiare atteggiamento nella vita attraverso lo sport. Ecco perché ci piacerebbe che tu leggessi questa lettera. Tira fuori adesso, Diego, quella rete da campione che non hai ancora segnato.
Prenditi le tue responsabilità come uomo e come cittadino del mondo. Hai già rilasciato interviste dove hai ammesso i tuoi errori, ora accetta la sfida di diventare “modello” mostrando che si può sempre cambiare se stessi. Prendi tutti in contropiede, dribbla ogni resistenza o paura e segna questo importantissimo gol.
Potevi essere un modello straordinario per milioni di giovani, ma non lo sei mai stato. Non vogliamo giudicare la tua vita e le tue scelte, ci permettiamo però di condannare la tua “irresponsabilità” nell’assumere atteggiamenti inqualificabili. Sai cosa ci ha fatto arrabbiare del tuo “ombrello”? Il mese scorso l’Agenzia delle Entrate ha multato una piccola società sportiva perché, per un cavillo burocratico, non aveva esposto in bacheca la convocazione dell’Assemblea. Quella società sportiva è fatta di volontari che tirano fuori di tasca loro centinaia di euro per comprare le divise e i palloni per i ragazzi. Eppure, di fronte ad una multa così assurda e incomprensibile, pagano. Poi arrivi tu, che devi al fisco italiano milioni di euro e, in tv, affermi che l’Agenzia delle Entrate può andare a quel paese. Un esempio davvero brutto, in un Paese che lotta per educare alla legalità. Un’altra occasione persa per essere un modello per i giovani (avresti forse scoperto che ciò alla lunga rende ancora più felici che vincere scudetti e Mondiali), ma hai sempre scelto di essere esattamente il contrario. Perché scriverti tutto questo?
Perché abbiamo bisogno di ribadire alcune cose. A noi stessi abbiamo bisogno di dire che di campioni che vivono solo di eccessi non abbiamo più bisogno. Forse dovremmo iniziare a dire che non sono per niente campioni se non sanno fare i conti con la vita. Il mondo dello sport, fortunatamente, è pieno di atleti ed atlete di alto livello che sanno essere modelli positivi per i giovani e che sanno assumersi sino in fondo la responsabilità sociale ed educativa che il loro “ruolo” comporta. A questi campioni “veri” chiediamo di uscire allo scoperto, di abbandonare quella sana e comprensibile “discrezione” che li accompagna nelle cose belle che fanno fuori dal campo, di provare il gusto di proporsi come modelli “visibili” per i giovani di oggi e di farlo senza paura. Di fronte al tuo connazionale Zanetti, per esempio, caro Diego, tu diventi un “nano” insignificante anche se con il pallone ci sai fare di più.
Eppure, a te, carissimo Diego, diciamo che quelli come te in fondo stanno simpatici di natura. Da sempre noi , nelle nostre piccole società sportive di oratorio e di periferia, accogliamo a braccia aperte quelli che “rompono”, quelli che non sono educati, quelli che nessuno vorrebbe. Proviamo sino in fondo a fargli cambiare atteggiamento nella vita attraverso lo sport. Ecco perché ci piacerebbe che tu leggessi questa lettera. Tira fuori adesso, Diego, quella rete da campione che non hai ancora segnato.
Prenditi le tue responsabilità come uomo e come cittadino del mondo. Hai già rilasciato interviste dove hai ammesso i tuoi errori, ora accetta la sfida di diventare “modello” mostrando che si può sempre cambiare se stessi. Prendi tutti in contropiede, dribbla ogni resistenza o paura e segna questo importantissimo gol.