20 febbraio 2014
Un’associazione povera vicina ai poveri. La missione del Csi
Qualcuno ricorderà Hansi Müller, tedesco dai piedi buoni dell’Inter degli anni ’80. In questi giorni un altro Müller ha fatto una giocata da applausi: un cardinale tedesco autore di un libro dal titolo affascinante, “Povera per i poveri. La missione della Chiesa”. A farne parlare mezzo mondo è stata l’introduzione scritta da papa Francesco. Come solo lui sa fare, con parole semplici che arrivano dritte al cuore, Francesco ha ricordato a tutta l’umanità che la ricchezza è un bene solo quando aiuta gli altri. Ci sono tante forme di povertà: economica, fisica, spirituale, culturale, sociale, etica. Nel mondo di oggi quando si parla di povertà si pensa quasi subito e quasi esclusivamente al denaro. Colpa della nostra civiltà, dove tanto ruota intorno al “potere” dei soldi, un potere così grande da apparire decisamente superiore a ogni altro. Sembra “scontato” che una persona sia importante nella vita e nella società, se ha tanti soldi.
Qualcuno ricorderà Hansi Müller, tedesco dai
piedi buoni dell’Inter degli anni ’80. In questi giorni un altro
Müller ha fatto una giocata da applausi: un cardinale tedesco autore di
un libro dal titolo affascinante, “Povera per i poveri. La missione
della Chiesa”. A farne parlare mezzo mondo è stata l’introduzione
scritta da papa Francesco. Come solo lui sa fare, con parole semplici
che arrivano dritte al cuore, Francesco ha ricordato a tutta l’umanità
che la ricchezza è un bene solo quando aiuta gli altri. Ci sono tante
forme di povertà: economica, fisica, spirituale, culturale, sociale,
etica. Nel mondo di oggi quando si parla di povertà si pensa quasi
subito e quasi esclusivamente al denaro. Colpa della nostra civiltà,
dove tanto ruota intorno al “potere” dei
soldi, un potere così grande da apparire decisamente superiore a ogni
altro. Sembra “scontato” che una persona sia importante nella vita e
nella società, se ha tanti soldi.
Purtroppo sembra anche scontato che un individuo povero economicamente debba stare ai margini del nostro modo di vivere, diventando irrilevante per sé e per gli altri. In quella sua introduzione papa Francesco ancora una volta gioca in contropiede e ci aiuta a ribaltare la logica con la quale vedere le cose. Da sempre il Csi è un’associazione povera, che si sente vicina ai poveri.
Non siamo nati per cercare successi e medaglie, per sfornare campioni, per stare sotto le luci della ribalta. Siamo nati per andare a cercare “i poveri del nostro tempo “e fargli sentire il calore di un abbraccio, di un’amicizia, di un’accoglienza, di un amore…
Utilizzando quello strumento straordinario che è lo sport. Da sempre le nostre società sportive sono aperte (con gioia) agli imbranati, ai ragazzi difficili da gestire, a quelli scartati dagli altri, a quelli che nessuno vuole. Da sempre sono pronte ad accogliere con la più totale normalità ragazzi e ragazze di culture, religioni, Paesi diversi, o che hanno qualche problema fisico, o sono “segnati “ da esperienze di vita difficili e complesse. Le parole di papa Francesco ci aiutano a non dare tutto questo per scontato. Ci aiutano a rafforzarci e rinnovarci nella nostra vocazione all’attenzione agli ultimi, a ricordarci che siamo tenuti a ragionare con logiche diverse da quelle del nostro tempo. Nel mirino abbiamo nuove forme di “ povertà sportiva”. Siamo un Paese nel quale tanti giovani non fanno sport oppure smettono presto (e il 30% lo motiva con ragioni che rispecchiano forme di povertà economiche, sportive, culturali) perdendosi così una delle più belle esperienze della vita. Noi vogliamo andarli a cercare, coinvolgerli, stanarli, appassionarli e farli giocare con noi. In questa direzione vogliamo fare sempre di più. Una proposta concreta per ogni nostra società sportiva: prendete la “mappa” del vostro territorio.
Individuate una realtà che si occupa di sostegno a qualche forma di povertà. Incontratela e proponetele di collaborare, portando lo sport dove non potrebbe mai arrivare . Tante società sportive già lo fanno. E così si ritrovano ad essere spaventosamente ricche.
Purtroppo sembra anche scontato che un individuo povero economicamente debba stare ai margini del nostro modo di vivere, diventando irrilevante per sé e per gli altri. In quella sua introduzione papa Francesco ancora una volta gioca in contropiede e ci aiuta a ribaltare la logica con la quale vedere le cose. Da sempre il Csi è un’associazione povera, che si sente vicina ai poveri.
Non siamo nati per cercare successi e medaglie, per sfornare campioni, per stare sotto le luci della ribalta. Siamo nati per andare a cercare “i poveri del nostro tempo “e fargli sentire il calore di un abbraccio, di un’amicizia, di un’accoglienza, di un amore…
Utilizzando quello strumento straordinario che è lo sport. Da sempre le nostre società sportive sono aperte (con gioia) agli imbranati, ai ragazzi difficili da gestire, a quelli scartati dagli altri, a quelli che nessuno vuole. Da sempre sono pronte ad accogliere con la più totale normalità ragazzi e ragazze di culture, religioni, Paesi diversi, o che hanno qualche problema fisico, o sono “segnati “ da esperienze di vita difficili e complesse. Le parole di papa Francesco ci aiutano a non dare tutto questo per scontato. Ci aiutano a rafforzarci e rinnovarci nella nostra vocazione all’attenzione agli ultimi, a ricordarci che siamo tenuti a ragionare con logiche diverse da quelle del nostro tempo. Nel mirino abbiamo nuove forme di “ povertà sportiva”. Siamo un Paese nel quale tanti giovani non fanno sport oppure smettono presto (e il 30% lo motiva con ragioni che rispecchiano forme di povertà economiche, sportive, culturali) perdendosi così una delle più belle esperienze della vita. Noi vogliamo andarli a cercare, coinvolgerli, stanarli, appassionarli e farli giocare con noi. In questa direzione vogliamo fare sempre di più. Una proposta concreta per ogni nostra società sportiva: prendete la “mappa” del vostro territorio.
Individuate una realtà che si occupa di sostegno a qualche forma di povertà. Incontratela e proponetele di collaborare, portando lo sport dove non potrebbe mai arrivare . Tante società sportive già lo fanno. E così si ritrovano ad essere spaventosamente ricche.