Quella folle idea di riuscire a scrivere un libro a mille mani
L’idea è semplice e
complessa al tempo stesso. Dico subito che ci stiamo lavorando. Vorremmo
pubblicare un volume dal titolo “Storie di vita quotidiana delle società
sportive. Autori: mille dirigenti di società sportiva. Editore: Centro Sportivo
Italiano. Provate ad immaginare se tante società sportive di tutta Italia
scrivessero ciascuna una pagina raccontando una “storia di umanità” realmente
accaduta al loro interno. Mille storie così possono sembrare tante, ma vi
assicuro che l’ultimo dei problemi sarebbe trovarle storie di questo genere.
Nella vita reale e concreta delle società sportive ci sono infinite “storie”
che hanno dell’incredibile. Il problema è che rimangono sempre nell’ombra.
Nessuno le racconta, nessuno (o quasi) le porta alla luce. Il
ritornello al quale ci hanno abituato è sempre lo stesso: «Sono storie vere e
bellissime, ma non fanno notizia». Come sarebbe a dire? In un mondo e in una
società dove l’egoismo e il business dominano tutto, storie vere di umanità, di
educazione alla vita, di fraternità, di solidarietà… non fanno notizia? È
assurdo, ma succede proprio così. Ecco allora che è nata l’idea di scrivere un
libro avendo come autori direttamente i dirigenti delle società sportive dei
campetti di parrocchia, di quartiere, di periferia. Se questo mondo di
“quotidianità positiva” non interessa quasi a nessuno, ci pensiamo noi a
raccontarlo. Vogliamo “mettere insieme” le storie semplici che si vivono
quotidianamente in una società sportiva. Parliamo di quelle società sportive
che non pensano solo a vincere e a fare risultato. Parliamo di quello sport di
base che ha come obiettivo educare alla vita attraverso lo sport. Parliamo di
quei gruppi sportivi che avvolgono tutti, che tirano avanti tra mille
difficoltà, che stanno in piedi grazie a gente così “fuori di testa” da
sacrificare pezzi della sua vita tanto ama i ragazzi e lo sport… Vogliamo
raccontare il contributo prezioso e straordinario che queste realtà regalano
alla comunità, al territorio e a tutto il Paese. Presto, perciò, faremo partire
una campagna di comunicazione invitando le società sportive a raccontarci “
storie di vita quotidiana” della loro realtà. Ci sarà da divertirsi. Nel senso
che, leggendole, si aprirà il cuore alla speranza di uno sport e di un mondo
migliore.
Abbiamo cominciato inventandoci alle finali nazionali il
premio “Uno sport per la vita”. In pratica, chiediamo ad ogni squadra finalista
di segnalarci la storia di un suo dirigente o di un suo giocatore da premiare
per qualcosa di bello che ha fatto “fuori dal campo”.
Abbiamo raccolto storie e racconti incredibili, impregnati di
una umanità e di veri valori della vita, rari da trovare nel tempo di oggi. È
il caso di Giovanni che, afflitto da tumore improvviso, andava a fare la
chemioterapia fissando le date delle sedute solo se “alternate” agli
allenamenti dei suoi ragazzi, perché a quelli non avrebbe mai rinunciato sino a
quando fosse riuscito a camminare con le sue gambe.
Insomma, di storie e di persone così l’Italia dello sport di
base è piena. Non raccontarle sarebbe una sorta di reato di omertà. Per questo,
con i nostri mezzi e nel nostro piccolo, noi abbiamo deciso di provarci.