3 luglio 2014
Il servizio civile nello sport: un’opportunità per i giovani
Tutti o quasi sanno che lo sport italiano vive e progredisce grazie a un esercito di centinaia di migliaia di volontari. Ciò che non tutti sanno è che fare volontariato nello sport offre una straordinaria occasione ai giovani che hanno un’età compresa tra i 18 e i 28 anni, l’età in cui ci si può “arruolare” nel Servizio civile nazionale. Il servizio civile, infatti, si può prestare anche nelle fila di una piccola società sportiva, di quartiere o di parrocchia che sia.
Come ci si è arrivati? Facciamo un passo indietro. Nel 1972 il Governo di allora approvò la Legge 772 che sanciva il diritto all’obiezione di coscienza per motivi religiosi, morali, filosofici e istituiva il servizio civile sostitutivo di quello militare di leva. Negli anni ‘80 l’adesione al servizio civile già coinvolgeva decine di migliaia di giovani. Nel 1989 la Corte Costituzionale parificò la durata del servizio civile a quella del servizio militare. Nel 1999 si registravano 110 mila domande per prestare servizio in 2000 associazioni del Terzo Settore, in 3500 Comuni, in 200 Unità Sanitarie Locali ed in decine di Università. In quel momento le esperienze costruite con gli obiettori di coscienza in oltre 25 anni di attività, sia pure in un andirivieni di luci ed ombre, mostrava di essere una risorsa rilevante a sostegno delle politiche sociali del Paese.
Come ci si è arrivati? Facciamo un passo indietro. Nel 1972 il Governo di allora approvò la Legge 772 che sanciva il diritto all’obiezione di coscienza per motivi religiosi, morali, filosofici e istituiva il servizio civile sostitutivo di quello militare di leva. Negli anni ‘80 l’adesione al servizio civile già coinvolgeva decine di migliaia di giovani. Nel 1989 la Corte Costituzionale parificò la durata del servizio civile a quella del servizio militare. Nel 1999 si registravano 110 mila domande per prestare servizio in 2000 associazioni del Terzo Settore, in 3500 Comuni, in 200 Unità Sanitarie Locali ed in decine di Università. In quel momento le esperienze costruite con gli obiettori di coscienza in oltre 25 anni di attività, sia pure in un andirivieni di luci ed ombre, mostrava di essere una risorsa rilevante a sostegno delle politiche sociali del Paese.
Tutti o quasi sanno che lo sport italiano vive e
progredisce grazie a un esercito di centinaia di migliaia di volontari.
Ciò che non tutti sanno è che fare volontariato nello sport offre una
straordinaria occasione ai giovani che hanno un’età compresa tra i 18 e i
28 anni, l’età in cui ci si può “arruolare” nel Servizio civile
nazionale. Il servizio civile, infatti, si può prestare anche nelle fila
di una piccola società sportiva, di quartiere o di parrocchia che sia.
Come ci si è arrivati? Facciamo un passo indietro. Nel 1972 il Governo di allora approvò la Legge 772 che sanciva il diritto all’obiezione di coscienza per motivi religiosi, morali, filosofici e istituiva il servizio civile sostitutivo di quello militare di leva. Negli anni ‘80 l’adesione al servizio civile già coinvolgeva decine di migliaia di giovani. Nel 1989 la Corte Costituzionale parificò la durata del servizio civile a quella del servizio militare. Nel 1999 si registravano 110 mila domande per prestare servizio in 2000 associazioni del Terzo Settore, in 3500 Comuni, in 200 Unità Sanitarie Locali ed in decine di Università. In quel momento le esperienze costruite con gli obiettori di coscienza in oltre 25 anni di attività, sia pure in un andirivieni di luci ed ombre, mostrava di essere una risorsa rilevante a sostegno delle politiche sociali del Paese.
Due anni dopo, nel 2001, nacque con una legge il servizio civile nazionale “moderno”, a base esclusivamente volontaria a partire dal 2006. In pratica si diceva ai giovani: “Te la senti di dedicare un anno della tua vita a servire il Paese non difendendone i confini ma testimoniandone i valori più profondi?”. L’adesione fu progressiva: nel 2001 presentarono domanda appena 181 giovani in tutta Italia, nel 2009 erano più di 99 mila, un piccolo esercito impegnato in 7500 progetti presentati da 3700 enti riconosciuti dalla Presidenza del consiglio dei ministri. Tra gli enti riconosciuti c’era anche il Csi.
Ora vogliamo lanciare e rilanciare con forza la proposta di prestare il servizio civile volontario nei nostri comitati e nelle nostre società sportive, proprio perché non tutti i giovani conoscono questa possibilità. Bisogna dire loro di informarsi e di riflettere su una scelta che renderà più vera la loro vita. Lo sport, oltre a offrire innumerevoli occasioni di incontro e di confronto, svolge una concreta azione sociale sul territorio, molto più di quanto si immagini e di quanto si racconti. Lo sport, una volta pura attività di tempo libero, è oggi anche un efficace strumento di promozione sociale, che nel Csi non esita a lavorare perfino nelle zone dell’estrema emarginazione, come la disabilità o le carceri.
Le difficoltà attualmente incontrate, per diversi motivi, dal servizio civile rischiano di indebolirne il gradimento, che già risente della scarsa conoscenza giovanile delle opportunità offerte.
L’invito, ai giovani, è di monitorare e di mettersi in relazione con le istituzioni, affinché resti intatto il significato profondo del servizio. Il Csi quindi lancia un semplice appello a tutti i giovani: “Vuoi vivere un’esperienza bella, che ti cambia la vita? Scegli di fare il servizio civile nazionale come volontario nello sport del Csi”.
Come ci si è arrivati? Facciamo un passo indietro. Nel 1972 il Governo di allora approvò la Legge 772 che sanciva il diritto all’obiezione di coscienza per motivi religiosi, morali, filosofici e istituiva il servizio civile sostitutivo di quello militare di leva. Negli anni ‘80 l’adesione al servizio civile già coinvolgeva decine di migliaia di giovani. Nel 1989 la Corte Costituzionale parificò la durata del servizio civile a quella del servizio militare. Nel 1999 si registravano 110 mila domande per prestare servizio in 2000 associazioni del Terzo Settore, in 3500 Comuni, in 200 Unità Sanitarie Locali ed in decine di Università. In quel momento le esperienze costruite con gli obiettori di coscienza in oltre 25 anni di attività, sia pure in un andirivieni di luci ed ombre, mostrava di essere una risorsa rilevante a sostegno delle politiche sociali del Paese.
Due anni dopo, nel 2001, nacque con una legge il servizio civile nazionale “moderno”, a base esclusivamente volontaria a partire dal 2006. In pratica si diceva ai giovani: “Te la senti di dedicare un anno della tua vita a servire il Paese non difendendone i confini ma testimoniandone i valori più profondi?”. L’adesione fu progressiva: nel 2001 presentarono domanda appena 181 giovani in tutta Italia, nel 2009 erano più di 99 mila, un piccolo esercito impegnato in 7500 progetti presentati da 3700 enti riconosciuti dalla Presidenza del consiglio dei ministri. Tra gli enti riconosciuti c’era anche il Csi.
Ora vogliamo lanciare e rilanciare con forza la proposta di prestare il servizio civile volontario nei nostri comitati e nelle nostre società sportive, proprio perché non tutti i giovani conoscono questa possibilità. Bisogna dire loro di informarsi e di riflettere su una scelta che renderà più vera la loro vita. Lo sport, oltre a offrire innumerevoli occasioni di incontro e di confronto, svolge una concreta azione sociale sul territorio, molto più di quanto si immagini e di quanto si racconti. Lo sport, una volta pura attività di tempo libero, è oggi anche un efficace strumento di promozione sociale, che nel Csi non esita a lavorare perfino nelle zone dell’estrema emarginazione, come la disabilità o le carceri.
Le difficoltà attualmente incontrate, per diversi motivi, dal servizio civile rischiano di indebolirne il gradimento, che già risente della scarsa conoscenza giovanile delle opportunità offerte.
L’invito, ai giovani, è di monitorare e di mettersi in relazione con le istituzioni, affinché resti intatto il significato profondo del servizio. Il Csi quindi lancia un semplice appello a tutti i giovani: “Vuoi vivere un’esperienza bella, che ti cambia la vita? Scegli di fare il servizio civile nazionale come volontario nello sport del Csi”.