La ragione negata
A volte mancano le parole per commentare il ripetersi di tragedie sconvolgenti. Quando la ferocia dell’uomo smarrisce la ragione nasce lo sgomento che in questi giorni si prova guardando alla Francia e alla Nigeria.
Ma anche guardando alle violenze che accadono a poca distanza da casa, nel piccolo mondo dello sport amatoriale o nel campetto del cortile di fronte… un silenzio pensoso accompagna notizie imbarazzanti.
Si legge: “Torneo dell'amicizia finito con aggressioni e ricoveri in ospedale - Un arresto e due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Questa la decisione del Tribunale al termine delle indagini”.
Certo ogni evento brutale ha una sua misura e una sua risonanza mediatica che rilanciano la riflessione sulla vittima invisibile del male che è appunto la ragione. La ragione negata.
Quando la ragione è negata le ferite difficilmente si rimarginano, diventano lacerazioni capaci di trasformare l’uomo in assassino. E le vampate provenienti dalla Francia e dalla Nigeria dimostrano che impugnare le armi per uccidere e distruggere accade. E non ci vuole poi tanto.
Quando la ragione è negata anche un atleta o un dirigente può arrivare a compiere atti vergognosi, di assurda violenza, senza coscienza. Anche nel cosiddetto “Torneo dell’amicizia”.
Cosa sta succedendo?
La questione della ragione negata dal male deve farci riflettere e impegnarci in un percorso in controtendenza.
Per quanto ci riguarda lo faremo a partire delle finali nazionali del 2015. Ricercheremo segnali simbolici ma inequivocabili per prevenire ogni atto violento: fisico e verbale. Lo ribadiremo in ogni incontro in ogni riunione. Non bastano più logore affermazioni di principio: lo sport del CSI è fatto per generare passione, gioia, entusiasmo ma principalmente rispetto e tolleranza.