16 luglio 2015

Grazie mille Berruto! Con il tuo esempio hai già vinto

Ciò che è accaduto nel ritiro dell’Italvolley in Brasile ha fatto subito il giro del mondo. Alle 24 bisogna essere tutti a dormire. Capita che una sera quattro giocatori “importanti”, il capitano Dragan Travica, Ivan Zaytsev, Giulio Sabbi e Luigi Randazzo ritornano in albergo a notte fonda. Di solito in questi casi funziona così: una bella multa (magari salata), una strigliata e nulla più.

Questa volta no! Stavolta l’allenatore si chiama Mauro Berruto. Tra l’altro un Berruto tutto nuovo che ha passato notti insonni a chiedersi perché la sua Nazionale al Mondiale in Polonia si sia sciolta come neve al sole. Ecco allora che, con la naturalezza tipica dei “giganti della vita”, il ct ha scelto di rispedire a casa i 4 campioni. Lo ha fatto con semplicità affermando «non mi importa se sono tornati alle 3 o alle 5 o se abbiano bevuto. Si tratta di rispettare le regole. Loro non lo hanno fatto. Ed io ero stato chiaro nel chiedere ai miei giocatori totale disponibilità a rispettare il gruppo ed il nostro lavoro». Per fare un’azione simile - in Nazionale - ci vuole un coraggio enorme. Magari adesso, perdendo qualche partita, sarà facile dare la colpa al coach per questa scelta. Noi però (come tantissima gente) la vediamo diversamente. Berruto, così facendo, ha già vinto! Ha fatto un’azione da campione e l’Italia intera deve essere orgogliosa di questa squadra, prima ancora che scenda in campo. Non solo. L’effetto di questa decisione ha ricadute larghissime.

Avete presente quando diciamo che i campioni possono essere i più grandi “acceleratori dell’umanità” per testimoniare ai ragazzi e ai giovani i veri valori della vita? O, quando diciamo che, se nelle mani delle persone giuste, lo sport può non rinunciare alla parte più bella di sé (i valori) anche ai massimi livelli? O che è possibile andare controcorrente?

Berruto ha fatto tutto questo con la semplicità dei grandi uomini. Per capire sino in fondo il significato di questo gesto basta paragonarlo a quello accaduto durante le finali nazionali del Csi di qualche settimana fa. I nomi sono di fantasia, la storia no. Siamo a Montecatini. Casualmente assistiamo in uno degli alberghi dove sono ospitate le squadre ad una “scenata” che Mario, un allenatore, fa a due suoi ragazzi. La mattina, dopo aver perso sul campo, si erano comportati malissimo insultando i giocatori della squadra avversaria e sbattendo “porte e finestre” negli spogliatoi. Il mister è andato giù duro spiegandogli che per tutta la stagione hanno lavorato per capire che una vittoria o una sconfitta non sono le cose più importanti. Il mister ha detto loro che era molto deluso. Poi, chiacchierando con noi a tavola ha spiegato «questi ragazzi meriterebbero davvero una lezione, ma il problema vero è che sono i due più bravi e non ho nessuno in grado di sostituirli.

Fossimo in campionato li avrei lasciati fuori. Ma non posso certo farlo qui a Montecatini. Per noi raggiungere la finale nazionale è stato un sogno e non posso rovinare tutto». A Mario allenatore (bravo) in oratorio è mancato un po’ di coraggio in chiave educativa. A Berruto no. Ecco perché, caro Mauro, il Csi ti ringrazia un milione di volte. Lo sport di domani lo vogliamo così.

 

L'angolo del Presidente

Grazie mille Berruto! Con il tuo esempio hai già vinto

Massimo Achini

Presidente Nazionale