A servizio dell’educazione per essere insieme associazione
«Mettersi al servizio dell’Associazione» è frase che esprime un concetto ricco di contenuti. Il rischio, quando un pensiero è troppo vasto, è che sia difficilmente spiegabile.
Come è possibile, infatti, sintetizzare in poche righe le ragioni che mi hanno spinto ad accettare le amichevoli sollecitazioni di tanti amici, portandomi poi ad essere il nuovo presidente nazionale del Csi?
Ecco, la sintesi è in quel concetto di servire l’Associazione, e quel suo essere, nella comunità contemporanea, elemento positivo di socialità, di formazione e di educazione giovanile attraverso la pratica sportiva. Il programma che ho proposto per i prossimi 4 anni del Csi nazionale è assai ricco e ha basi concrete, convinto che possa focalizzarsi su ciò che, insieme, dobbiamo fare nell’immediato. Inizio dall’essere “insieme”, tutti, nella meravigliosa avventura di offrire alla comunità civile, alle famiglie, alle istituzioni, quello che siamo: un insieme di persone convinte delle straordinarie potenzialità insite nella pratica sportiva cristianamente ispirata, pronte a mettersi al servizio di questo stupendo progetto. Uno stare insieme che non ricerca l’unanimità, il consenso privo di contributi critici, ma che – dopo dibattiti, approfondimenti, espressioni delle diverse sensibilità – possa diventare consonanza. Ci si compatta, allora, dopo aver dato ognuno il proprio contributo, e si lavora per l’obiettivo individuato. Questo il filo conduttore di un’azione che si pone sì in continuità con il nostro passato, ma che è capace di rinnovarsi perché all’altezza della sfida sociale, economica e culturale dei nostri tempi. Sappiamo di poter contare su un patrimonio immenso di dirigenti, di allenatori, di società sportive, di oratori e di parrocchie, che sono preziosi luoghi di accoglienza e di promozione della persona, ad ogni età: dai bambini ai giovani, agli adulti, fino agli anziani. Il Centro Sportivo Italiano poggia su una storia scritta da centinaia di migliaia di mani, che hanno aperto porte, segnato campi, predisposto piste per la corsa, preparato le palestre, battuto piste da sci e altro ancora. Migliaia di mani,mosse da cuori generosi, che hanno trovato nel Csi la possibilità di esprimere il proprio essere parte di una comunità solidale, capace di curare i più bisognosi e capace di progetti dalla forte carica sociale e culturale. La mia prima “uscita” da presidente nazionale è avvenuta a Montecatini, per le finali nazionali Sport & Go! Il destino ha forse voluto che il primo appuntamento fosse proprio con i più piccoli, permettendomi di assaporare tutta la bellezza dell’essere associazione di promozione sportiva. Quel bello che c’è laddove gli adulti si prendono cura dei giovani offrendo luoghi sicuri per il gioco e per il divertimento, ricambiati da quella contagiosa gioia esplosiva dei bambini. Quella gioia che mette in luce la primaria valenza dello sport: essere felici del dono che ci è stato fatto di poter stare insieme in allegria, sempre attenti a chi ci è vicino e ha bisogno, anche se magari – come a volte succede – non ha nemmeno più la forza per chiedere il nostro aiuto. Il Csi è stato, è e sarà sempre in questi luoghi per fare bene, per fare del bene.