Dove ogni maglia ha un’anima
Ha fatto il giro del mondo l’immagine di Murtaza, un bambino afghano che gioca nel fango indossando una maglietta fatta con una busta di plastica su cui era scritto con il pennarello il nome di Messi. E che dire di quel giovane yazida, in Iraq, che porta l’anziano padre in spalla e indossa una maglietta del Milan. La sua colpa è quella di adorare il diavolo secondo alcuni intransigenti religiosi. C’è anche uno Xavi, con il numero 6 sulle spalle, che prova a salire sul camion che lo porterà verso la salvezza. A Mogadiscio, città affamata, un ragazzo portava sulla testa un pescespada e in dosso una maglietta dell’Inter. In mezzo alle tragedie la speranza di una vita migliore è affidata alla maglia dei campioni, spesso come unico indumento rimasto che si possa indossare. Come sia possibile che le casacche del pallone si diffondano in luoghi impensati e che, da indumenti sportivi, diventino abiti da lavoro, vestiti della festa, abbigliamento casual… è un mistero che affascina. In questi giorni in cui si sono concluse le Finali Nazionali dei Campionati Csi, mi piace anche ricordare quel ragazzo che cammina per le vie di Montecatini con la maglia della sua società, quella ragazza che guida la sfilata d’apertura della manifestazione con la sua divisa sgargiante, quel brulicare di atleti colorati e festanti in piazza tutti uniti da unico sogno: “la stessa voglia di libertà”. È il sogno raccontato da Marco Spaggiari nella canzone “Dove ogni maglia ha un’anima”, nuovo inno del Csi. Il leader dei Controtempo, con le sue parole e la sua musica, ha voluto raccontare la magia dello sport che si ripete ogni volta che si indossa una maglia per scendere in campo. Non un’occasione per sfilare ma l’impegno a dare tutto quello che hai. Una maglia come scrigno per custodire “sogni e passioni”, motivatore sicuro per dare il meglio di sé e far “crescere l’atleta che sarà”, desiderio di appartenenza ad “una squadra incroci d’anime”, al di là del colore della pelle, della religione, della cultura perché ogni maglia ha “i colori che la vita ti assegna”. Come in campo, così nella vita, ciascuno è chiamato ad indossare la sua maglia, unica e irripetibile, per realizzare il proprio compito e “giocare chi sei”. Una maglia è sempre un dono e una responsabilità. Lo ricordava anche Papa Francesco: «Vi auguro di meritarla ogni giorno, attraverso il vostro impegno e anche la vostra fatica ». Solo così potrai gioire del campione che sei. L’impegno del Csi è quello di regalare sogni ma insieme di aiutare a realizzarli.