Il Super Bowl: incontro di pace, amicizia e solidarietà
Grande sorpresa ha destato, nei giorni scorsi, il videomessaggio che Papa Francesco ha realizzato in occasione del “Super Bowl”, la più importante manifestazione sportiva degli Stati Uniti e tradizionalmente l’evento più seguito nell’anno negli Usa e uno dei più diffusi in tutto il mondo. In apertura dell’attesa finalissima tra New England Patriots e Atlanta Falcons nello stadio di Houston in Texas il Papa si è augurato che l’evento possa tradursi in un “segno di pace, amicizia e solidarietà per il mondo”. Ogni segno si presenta sempre come una proposta. Ciascuno può leggerlo nel segreto della sua coscienza, farne motivo di discernimento e riflessione, divenire giudice del proprio comportamento. Possiamo renderci conto se siamo coinvolti o no in ciò che il segno insegna: pace, amicizia, solidarietà. Come davanti ad una parola che invita a rileggere la propria vita, così un avvenimento sportivo è uno spettacolo che fa pensare, utile ad un esame di coscienza. È come un giudice segreto che sollecita ad un confronto e fa capire se i nostri comportamenti sono giusti o sbagliati, un maestro che indica i valori a cui tendere. Non solo spettatori emozionati ma soprattutto ascoltatori attenti per scoprire quanto di nascosto ci viene rivelato come strada da percorrere per diventare pienamente uomini.
«I grandi eventi sportivi come il Super Bowl – ha sottolineato Papa Francesco – sono altamente simbolici dimostrando che è possibile costruire una cultura di incontro e un mondo di pace». Il mondo vive tra incontri e scontri, il tempo in cui viviamo lo sta dimostrando. La nostra vita si svolge tra rapporti amichevoli e contrasti più o meno violenti. Ciò avviene tra persone, tra popoli, tra razze, tra religioni, tra ceti sociali diversi in una intensa drammaticità, a seconda del prevalere del male o del bene nel cuore dell’uomo, libero nelle sue scelte. Il compito che Francesco affida a ciascuno di noi è favorire l’incontro ed evitare o almeno attenuare lo scontro.
L’incontro è sempre una declinazione del verbo “donare”. La stessa natura ce lo insegna ogni giorno. Se il seme non incontra la terra, rimane sterile. Se il lievito non incontra la farina, non c’è fermentazione. Se l’ape non incontra il fiore, non c’è impollinazione, non c’è miele.
Ancora più vitale è l’incontro tra le persone, con la propria intelligenza, il proprio carattere, la propria storia, il proprio affetto, la propria libertà, la propria mentalità.
In definitiva con i propri pregi e i propri difetti.
Se non vogliamo solo rimanere stupiti di questo videomessaggio ma farne tesoro dobbiamo impegnarci, allora, a fare della nostra vita un continuo incontro, con il desiderio che da esso scaturisca ogni bene da seminare nel mondo: pace, amicizia e solidarietà.