Quando lo sport è esperienza di ascesi
Probabilmente se volete far scappare una persona da un cammino spirituale, parlategli di “ascesi”. Vengono a mente pratiche secolari che oggi spaventano – e giustamente, se legate ad una negazione della corporeità – chiunque voglia prendere in considerazione un cammino di approfondimento del suo essere credente in Cristo. Al tempo spesso, però, ci sono campi del vivere umano che richiedono una modalità pratica di agire che di fatto ti pongono di fronte a un cammino “ascetico”. Lo sport ne è un chiaro esempio.
Qualunque pratica sportiva, anche vissuta in maniera dilettantistica, richiede l’adesione a un sistema di regole, di allenamenti, di preparazione personale e di squadra che si configura come una specie di ascesi. Non deve quindi stupire se anche all’interno di strutture ecclesiastiche non solo si voglia portare avanti una attività sportiva e ricreativa come un torneo di calcio, ma anche si voglia un poco far riflettere sulle interazioni fra ascesi, allenamento sportivo, cammino spirituale. Per questo il Centro Sportivo Italiano, che ormai da anni organizza la Clericus Cup, un torneo di calcio fra squadre dei collegi religiosi e degli atenei pontifici romani, vuole offrire fra un incontro e l’altro di buono e fraterno calcio, anche un’occasione di riflessione su queste tematiche, proprio per tutti coloro che ci tengono a scoprire le relazioni fra queste dimensioni umane.
Che in realtà non solo non si escludono, ma addirittura si completano. Lo farà oggi presso la Pontificia Università Gregoriana, dove si terrà appunto un pomeriggio di approfondimento su queste tematiche. L’incontro dal titolo “Sursum Corda” sottotitolato “Ascesi del Corpo ed elevazione dell’anima” proporrà infatti degli spunti dello sport come manifestazione fra l’espressione corporea e una dimensione spirituale.
Non dimentichiamo che anche la spiritualità contemporanea ha ormai fatto sua quella dimensione di “persona” che non tratta più l’essere umano come anima+corpo, ma come un tutt’uno. Lo sport, se vissuto correttamente, permette di vivere nella prassi proprio questa unità. E il Centro Sportivo Italiano ha voluto da sempre unire – come si diceva in passato – anima e corpo. Giusto il principio dell’Incarnazione del Signore.