Finalmente dal 1° luglio in vigore la legge sui defibrillatori
Da sabato primo luglio entra in vigore a tutti gli effetti il Decreto che prevede la presenza di un defibrillatore semiautomatico in ogni struttura sportiva dove si faccia sport organizzato e al contempo si dispone che le società sportive abbiano, laddove si disputa una gara ufficiale, una persona debitamente formata ad utilizzare il dispositivo in caso di necessità. Verrebbe da dire: “finalmente!”. Ricordo infatti, che si è arrivati a questo Decreto dopo numerosi rinvii e sospensioni, modificando la prima versione varata il 24 aprile 2013. In questo lungo iter sono state infatti tante le difficoltà incontrate dai dirigenti degli Enti di Promozione o delle Federazioni, nel far arrivare ai propri iscritti, presidenti di società sportive o responsabili di impianti, una lettura chiara e semplice da interpretare. Ora, sembrano fissati tre criteri fondamentali: 1) ogni impianto sportivo dove si svolgono le gare deve avere a disposizione il defibrillatore (escludendo le gare itineranti all’aperto); 2) nel momento in cui si svolgono gare ufficiali (e non i semplici allenamenti) deve essere presente una persona formata per l’uso del defibrillatore stesso; 3) l’obbligo ricorre per tutte quelle discipline sportive riconosciute come tali dal Coni nella ben nota delibera 1568 (tranne alcune a basso rischio), escludendo perciò tutte le attività ludico–motorie. Nulla si dice, e quindi è legittimo pensare che siano escluse, sulle eventuali responsabilità rispetto all’esito di un eventuale intervento. In parole povere: se io ho fatto il corso di abilitazione e sono chiamato ad intervenire perché un atleta o un’altra persona presente si sente male, ma il mio intervento non produce nessun risultato positivo, sono responsabile di qualcosa? No; ho solo il dovere di intervenire. Peraltro è stato spiegato chiaramente che l’uso del dispositivo è particolarmente facile per cui è quasi impossibile sbagliarsi. Detto questo mi preme sottolineare che la rinuncia ad una ennesima e facile proroga è un segno di grande serietà da parte del Governo, che detta regole chiare e valorizza l’impegno dimostrato dalle società sportive nel raccogliere l’appello per una crescita della cultura nazionale nella tutela sanitaria in ambito sportivo. Questo è l’obiettivo della legge: creare il presupposto perché l’Italia diventi un Paese proiettato verso la cultura della prevenzione e la diffusa capacità di intervento sanitario in caso di necessità. Una accresciuta consapevolezza verso la sicurezza e la tutela della salute pubblica, che non si limita più alla semplice gara sportiva ma che, diventando patrimonio culturale comune, si diffonde infine nella vita quotidiana della nostra società civile. La firma di questo Decreto è un bene per tutti: per gli atleti, che vedono accresciuti i margini di sicurezza per la loro salute; per le società sportive ed i loro dirigenti, che hanno così un quadro normativo di chiaro riferimento e facile applicazione; per gli Organismi sportivi, che escono da una situazione di ambiguità e incertezza divenuta ormai insostenibile; ed infine anche per i due Ministeri coinvolti, che riprendono il loro ruolo guida nel Paese su una tematica che rappresenta un criterio fondamentale di civiltà.