Piantare il seme dell’ideale nel terreno della concretezza
Ripartiamo. Ricaricati spiritualmente e moralmente dall’incontro di Assisi, rinfrancati dalla pausa natalizia (mi auguro vissuta da tutti nella gioia e nella serenità, anche se sono consapevole che non per tutti è stato così, e mi dispiace), eccoci pronti a riprendere il cammino nella condivisione di una storia associativa che si fa ogni giorno più interessante e coinvolgente. Essere Csi è bello perché ci permette di dare un senso compiuto al nostro impegno sportivo che è al contempo civile, sociale e culturale. È bello perché ci permette di collocare il seme dell’ideale nel terreno della concretezza e così vedere i frutti del nostro operato. Ma ciò non toglie che sia anche molto difficile. Innanzi tutto perché abbiamo raccolto sfide molto alte e delicate, che sperimentano il campo dell’educazione e dell’etica. Guardiamo con affetto il 2017 per quello che ci ha dato. E guardiamo con amore il 2018 per quello che si appresta a darci. Abbiamo condiviso tutti insieme che il prossimo dovrà essere l’anno dell’attenzione all’attività giovanile. Lì stanno infatti le nostre origini, poiché non va dimenticato che siamo partiti dagli oratori. Siamo per lo sport che educa e partecipa alla formazione dei più giovani. Oltre a contrastare tanti momenti di solitudine e di sofferenza di alcuni giovani che possono essere avvicinate solo con lo sport, avremo così adulti più consapevoli, generosi, vogliosi di fare bene. Dire che vogliamo dedicare particolare attenzione all’attività giovanile per noi significa dare una direzione ben precisa alle scelte associative, con tutti i riflessi che queste possono avere a livello tecnico, economico e organizzativo. Sfida alta, dicevo. Ma sono sicuro che la vinceremo perché possiamo contare su un esercito di dirigenti, sparsi su tutto il territorio nazionale, sinceramente innamorati dell’Associazione. Sarà anche l’anno dello Statuto, che va radicalmente rinnovato per tenere il Csi al passo con i tempi e in grado di reggere le sfide della riforma del Terzo Settore e nel complesso di un modo diverso, sempre più articolato e complesso, di vivere i rapporti fra gli enti di promozione sportiva, le Federazioni, il Coni, i ministeri e le istituzioni in genere. Abbiamo lavorato tanto e in modo proficuo sulla nostra Carta fondamentale che i risultati ci sono. Ora inizia l’iter di confronto con il territorio perché è importante condividere, accogliendo e valutando osservazioni, spunti di riflessione, proposte di miglioramento. Possiamo vincere le sfide dei nostri giorni soltanto se avremo la capacità di tenere insieme i valori della nostra storia, quindi la coerenza agli ideali, con la visione del presente e del futuro. La nostra è un’Associazione di grande rilievo in Italia e pertanto ha delle responsabilità nei confronti della comunità civile. Mantenere gli impegni non sarà facile e spesso comporterà anche grossi sacrifici. Ma abbiamo fatto una scelta chiara, per amore del Csi, e saremo coerenti con questa scelta. Se ci daremo tutti una mano saremo davvero molto forti, così forti da far vincere un’idea di sport messo al servizio della persona.