Se non ora, quando? Nuovi traguardi con lo Statuto Csi
«Il cambiamento è una legge della vita e coloro che si ostinano a guardare sempre solo al passato o si concentrano unicamente sul presente possono essere sicuri di perdersi il futuro». È il messaggio di un grande Presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy, al quale guardo sin dalla mia prima formazione ed è un pensiero quanto mai attuale in un momento storico in cui il cambiamento rappresenta una linea ben visibile all’orizzonte anche della nostra Associazione. La nostra, in fondo, è un’Associazione che negli anni ha saputo rinnovarsi, coniugando mission e vision e che da decenni permette la pratica sportiva ai più piccoli, ai giovani, agli adulti e agli anziani in un contesto educativo e formativo che si è andato rafforzando nel tempo. Non è stato semplice guidare la Commissione Statuto che il Consiglio Nazionale del Csi ha voluto assegnarmi, ma è stato un lavoro entusiasmante, carico di passione e di novità fatto insieme a tanti compagni di viaggio. Dopo un anno e mezzo di lavoro, la Commissione ha consegnato lo scorso week end al Consiglio Nazionale la proposta di revisione statutaria da inviare al territorio. Un testo nuovo che garantisce autonomia e soggettività dei territori nelle scelte associative, che rende snella la “governance”, garantisce la partecipazione e si impegna a coniugare Sport e Promozione Sociale. Cosa vogliamo dalla nostra Associazione per il prossimo futuro? Cosa vuole la Chiesa Italiana dal Csi? Cosa vogliono gli oltre 1.300.000 tesserati del Csi nell’Italia proiettata nei prossimi anni? Sicuramente il Csi ha bisogno di futuro, di guardare e leggere i segni dei tempi. Il presidente nazionale Bosio, nelle linee programmatiche 2016–2020 ribadiva al Csi la necessità di rafforzare e sostenere il percorso, mantenendo intatta l’identità associativa. Non si tratta di cambiare le regole del gioco mentre si gioca, ma di aggiornarle secondo le esigenze emergenti per continuare a correre verso un panorama sempre più vasto: nel promuovere sport sociale, nel favorire l’integrazione di atleti/e disabili, nell’animare le periferie, nell’inclusione delle persone immigrate nel nostro Paese, nel fare sport per i più piccoli con operatori adeguatamente preparati e motivati. Il nuovo Statuto Csi ci chiama ad accogliere pienamente l’invito di Papa Francesco ad essere “Chiesa in uscita”, immaginando un’associazione “al servizio”, capace di realizzare i valori dell’accoglienza: nelle carceri, nelle strade, con gli stranieri, difendendo il diritto al gioco e allo sport dei più piccoli; pronta a sperimentare i progetti di nuovi modelli di welfare, sia nazionali sia europei; in grado di sviluppare le relazioni nel mondo del Terzo settore, della Scuola, dell’antimafia con “Libera” e ancora con tante altre associazioni partner; nonché attraverso una presenza nuova e attiva nei cosiddetti tavoli ecclesiali. Lo statuto del Csi deve “sposare” la “Chiesa del grembiule” del caro e amato don Tonino Bello. Da questa settimana il testo del nuovo Statuto sarà all’attenzione dei consigli territoriali, ed entro il 20 marzo saranno consegnate al presidente nazionale gli eventuali suggerimenti, le proposte migliorative per poi determinare il testo base dell’Assemblea straordinaria del prossimo 9 giugno. Nella vita ci sono quasi sempre due scelte: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle. Stavolta il Csi cambia per davvero, questa è la volta buona.
MARCO CALOGIURI Vice Presidente Nazionale Csi