Il nuovo Statuto CSI in una società che cambia
Ho avuto modo, anche recentemente, di richiamare l’attenzione sul prossimo appuntamento associativo, in programma a Roma, sabato 9 e domenica 10, per l’Assemblea straordinaria che sarà chiamata a discutere ed approvare (mi auguro) il nuovo Statuto del Centro Sportivo Italiano. Si tratta di un momento importante per tutti noi, con un coinvolgimento globale senza esclusioni: dalla più piccola delle società sportive alle realtà più strutturate e forti, e che si pone nella continuità di una proposta che promuove la persona, la sua formazione, l’aggregazione sociale.
Nell’occasione si svolgerà anche l’Assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio annuale, anche questo un passaggio significativo, previsto dall’attuale Statuto con una formula che sarà migliorata, ma al quale dobbiamo oggi dare attuazione attenta e rispettosa.
Alla riscrittura dello Statuto stiamo lavorando da anni, sempre con l’obiettivo di adeguare le nostre regole alla nuova realtà sociale e sportiva in ambito nazionale e locale. Non vi posso nascondere che stiamo guardando con interesse a quanto avviene nel mondo della politica, al quale abbiamo sempre chiesto l’impegno a valorizzare lo sport cosiddetto “minore”, che è in realtà un patrimonio immenso a servizio delle giovani generazioni, delle famiglie, della comunità tutta. Non voglio dire che vada privilegiata, rispetto ad altre, la nostra proposta, ma ribadisco il valore del ruolo che il Centro Sportivo Italiano si è guadagnato, con la fatica e l’intelligente servizio di decine di migliaia di dirigenti che si sono dedicati alla promozione sportiva cristianamente ispirata nei quasi 75 anni di vita dell’Associazione. Il CSI non ha mai chiesto privilegi ma rispetto di una visione dello sport che ha al suo centro la persona nella sua unicità, nel suo essere donna e uomo, come nella relazione con gli altri e quindi nel suo essere parte di una comunità che può vivere in modo diverso i valori della solidarietà e della condivisione.
Per poter essere ancora oggi gli interlocutori credibili di una società che corre, che cambia al suo interno ogni giorno attraverso la modifica dei rapporti sociali, del lavoro, economici, culturali, dobbiamo essere all’altezza e capaci di interpretare i segni dei tempi. Da qui la necessità di ripensare il nostro essere CSI ristrutturando la casa nella quale abbiamo abitato per tutti questi anni, che per tanto tempo abbiamo servito e amato. Le fondamenta, i nostri valori di riferimento, i nostri rapporti con gli oratori, con la Chiesa, della quale siamo parte attiva e responsabile, la nostra capacità di dialogare con le istituzioni civili, rimangono la base del nostro agire. In questi giorni la nostra società è percorsa da riflessioni e dibattiti di particolare intensità. Il momento non è facile ma spesso proprio i momenti di crisi producono miglioramenti di qualità. Avverto una sincera attenzione nei confronti della nostra proposta sportiva, articolata in una miriade di piccole società che non hanno pretese ma bisogno di chiarezza, di tutele e non di burocratiche complicazioni. Siamo però consapevoli che, nel momento stesso in cui chiediamo agli altri di avere uno sguardo rispettoso nei nostri confronti, noi dobbiamo saperci proporre come interlocutori capaci di dare risposte. Per essere tali dobbiamo migliorarci, fare tanta formazione dei dirigenti, degli allenatori, dei genitori stessi. E soprattutto essere testimoni che incarnano l’ideale di attività sportiva educativa e formativa, perché nessun messaggio ha la forza comunicativa dell’esempio, della testimonianza diretta.
Ci riusciremo? Con umiltà noi ci mettiamo a disposizione e lavoriamo per realizzare tutto ciò, consapevoli che la storia si scrive, tutti insieme, nella libertà e nel servizio agli ideali.