Dalla connessione alla relazione, vera essenza dell’umanità
Mi ha colpito, nei giorni scorsi, una pubblicità di una importante società telefonica che sta lanciando il sistema 5G. Così – affermano– sarà possibile incrementare la connettività interpersonale e, fra gli esempi di un “mondo migliore possibile”, anche la più capillare diffusione del telelavoro (con una diminuzione della schiavitù del pendolarismo lavorativo). Poi mi sono soffermato a riflettere su un’altra evoluzione ormai in vista: il computer quantistico. Un sistema di calcolo, molto più potente del già sofisticato sistema di calcolo attualmente esistente. Ciò permetterà altre strabilianti novità, che le pubblicità, dicono, ci renderanno più felici. Ho pensato: bello, tutto bello se aiuterà a vivere meglio. Ma la felicità è però altra cosa. Temo che si rischi per il futuro una ancora maggiore polverizzazione sociale, nel senso che può aumentare l’isolamento della persona, resa individuo, rispetto agli altri, e quindi disperatamente sola. Invece la gioia di stare insieme è il cuore della bellezza della vita. Sono convinto che l’essenza della nostra umanità si esprima nella relazione. L’ho sperimentato nel diventare uomo frequentando l’oratorio e lo leggo negli occhi dei ragazzi nelle manifestazioni sportive. Non c’è cosa più bella di poter stare con gli altri, in un cammino, dentro il disegno divino dell’amore reciproco e della solidarietà. Non serve altro. Cosa c’entra il Csi con tutto ciò? Semplice: è un’Associazione che propone lo sport di base, aggregativo e formativo, aperto a tutti, per tutte le tasche e soprattutto per tutte le potenzialità: dal ragazzo occhialuto che nessuno vuole in squadra, perché altrimenti “si perde sicuro”, a quello con qualche difficoltà motoria, alle ragazzine del paese isolato che ha modo di trovare amiche, solo partecipando al campionato di sci, oppure a quello di volley. Potrei fare pagine di esempi positivi. Sempre di più inoltre, saremo punto di riferimento per lo sport degli adulti e degli anziani, per le stesse ragioni ma con dinamiche diverse da quelle giovanili: il bisogno di stare insieme, di relazionarsi, di mettersi in ascolto dell’altrui anima. Ho ripensato con affetto al Csi, alla sua capillare diffusione sul territorio nazionale, e al grande dono rappresentato dai dirigenti che con semplicità e amore per il prossimo, si dedicano ad organizzare attività sportiva. Di questo vorrei parlassimo domani all’incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti al convegno di S–Factor “Uno sport migliore per un’Italia migliore”. Questo vorrei mi chiedessero giornali, tv e social: una proposta che si fa più preziosa con il passare del tempo. Le giovani generazioni vivranno in una società dal tempo veramente liberato? Ne parleremo a conclusione di un lungo percorso di riflessioni e proposte, culminate in un preciso documento–proposta, con Giancarlo Giorgetti che oggi ha delle responsabilità di governo ma che per il Csi è da sempre un interlocutore serio e affidabile. Mi auguro sinceramente che il lavoro del nuovo Governo aiuti l’Italia a crescere e ad essere, domani, migliore di oggi; e dopodomani migliore di domani e di oggi. Me lo auguro perché amo questa nostra meravigliosa nazione, a volte incapace di far valere le proprie qualità e troppo impegnata ad enfatizzare i propri limiti. Mi auguro, quindi, che robotizzazione e computer ultraveloci non soffochino l’umano ma, al contrario, contribuiscano a liberarlo.