Grazie nonni: equilibrio ed esperienza al servizio dei giovani
Mi sono soffermato, l’altro ieri, a pensare agli anziani. La provocazione mi è arrivata da un amico che, parlando della Festa dei nonni mi ricordava che in realtà questa ha una radice nella Festa degli Angeli custodi. I nonni come gli angeli custodi si prendono cura dei più piccoli o di chi comunque ha delle fragilità. Per la Chiesa gli Angeli custodi hanno un ruolo fondamentale: come ha sottolineato Papa Francesco, gli angeli sono compagni, custodi, bussole sulla strada della nostra vita e porte aperte verso Dio. In questo giorno la comunità civile festeggia i nonni con una giornata speciale, introdotta dal 2005, tanto che in tutte le amministrazioni comunali e ad altri livelli istituzionali sono previste particolari cerimonie in riconoscimento al ruolo dei nonni. Oggi indubbiamente i nonni sono veramente gli angeli custodi della nostra comunità, ma è altrettanto evidente che il loro ruolo sta velocemente cambiando. Oggi dire “nonno” non significa più dire anziano perché l’aspettativa di vita è tale che a 60 o anche a 70 anni, spesso si gode di una condizione psicofisica invidiabile. Ci vuole fortuna, ovvio, ma soprattutto buonsenso e capacità di “volersi bene” conducendo quelli che il mondo scientifico definisce “corretti stili di vita”.
Come è percepita la presenza dei nonni nella nostra realtà associativa? Nel mondo dello sport del Csi? Impegnati come siamo a promuovere iniziative per i giovani, per valorizzarne la spinta propulsiva e innovativa, forse stiamo un po’ trascurando l’importanza di quelle migliaia di persone non più giovani e non più occupate dal lavoro, che si dedicano alla vita sportiva negli oratori o nei centri sportivi di tutta Italia. Forse ne parliamo poco perché la loro è una presenza discreta, che nulla chiede in cambio del molto che sa dare, e così non ce ne accorgiamo. Io stesso mi rendo conto che nei primi due anni del mio mandato da presidente nazionale, ho molto spesso pensato al sostegno e alla valorizzazione dei giovani nelle nostre realtà associative. Investire sui giovani è un dovere, e sono felice di aver fatto il possibile fino ad oggi per progettare a favore dei giovani stessi, ma ciò non impedisce di riservare uno spazio di riconoscenza e di ascolto agli anziani, ai moltissimi giovani anziani che aiutano le società sportive e che mettono la loro esperienza al servizio dello sporteducativo.
In realtà il meglio si ottiene dall’incontro delle due età: da una parte il dinamismo dei giovani, la fiducia nel futuro, la capacità di osare e andare oltre la consuetudine; dall’altra la calma serena di chi ha vissuto tante esperienze, e ha imparato a dosare le forze, a guardare non solo all’oggi ma anche al dopodomani. Il risultato è una società più equilibrata dove nuovo e vecchio si uniscono, si ascoltano, si aiutano e tracciano un sentiero sicuro che dà senso al vivere insieme. Mi fa piacere perciò, anche se con un paio di giorni di ritardo, esprimere, in occasione della Festa dei nonni, la gratitudine del Csi Nazionale nei confronti dei tantissimi “nonni” che sostengono la vita delle società sportive. Il nostro mondo, senza di loro, non sarebbe così bello.