Un’associazione che rappresenta un capitale sociale dal valore inestimabile
Con il Meeting di Assisi, è iniziata ufficialmente la celebrazione del 75° anniversario dalla Fondazione dell’Associazione. Ci siamo ritrovati per un momento di riflessione, di preghiera, di confronto, di amicizia e fraternità sincera.
Abbiamo ripercorso insieme i primi passi, la nostra storia iniziale, e abbiamo poi verificato il senso della nostra presenza nella Chiesa oggi. Il Csi nacque nel 1944 per volontà di Papa Pio XII che affidò il compito ad un uomo straordinario e ingiustamente poco celebrato: Luigi Gedda. Il Csi nacque per amore dei giovani, per fare una proposta di sport che fosse finalizzata a far crescere la persona, a educarla, a renderla migliore. È stata, quella di Pio XII, un’intuizione geniale, di un pastore, vero Vicario di Cristo, che ama profondamente la propria comunità e che ha posto l’Associazione sulla strada del progresso sociale, della cura della persona, del miglioramento della società. Si tratta di valori senza tempo, che non invecchiano, non ammuffiscono, ma al contrario, con il passare degli anni, mostrano tutta la loro stupenda validità. Ad Assisi abbiamo parlato tanto anche del Csi di oggi. Ci siamo chiesti se siamo ancora all’altezza dei fondatori, dei primi dirigenti, di persone con un’enorme capacità di vedere il futuro. Non spetta a me un giudizio sulla dignità del lavoro di chi oggi è alla guida del Csi. Ma posso confermare, come ha già ribadito molto bene durante la sua prima riflessione il nostro assistente spirituale, don Alessio Albertini che camminiamo sul sentiero tracciato da grandi menti e guardiamo al cielo, per andare oltre, perché il nostro destino non è scritto da mano d’uomo ma dalla Provvidenza. Ho avuto modo di richiamare i tanti motivi di riconoscenza che noi tutti dobbiamo alla Chiesa, all’Azione Cattolica per i nostri primi passi, alle tante Parrocchie che fanno vivere gli Oratori che ospitano la nostra attività, ai Comuni che credono in noi e ci danno spazi da gestire. Ma soprattutto permettetemi di ringraziare ancora una volta la fonte della nostra vita, quella rete fitta e capace di avvolgere amorevolmente tutto il territorio nazionale formata da Presidenti di società sportive, componenti dei direttivi, amministratori, allenatori, semplici volontari che ogni giorno dell’anno, spesso sacrificando le proprie famiglie, si donano all’Associazione. Siamo nati con un orizzonte sociale e culturale, e tali siamo rimasti. Sicuramente, come ha affermato con franca efficacia il prof. Stefano Zamagni, docente all’Università di Bologna, eravamo importanti all’inizio ma siamo ancora più importanti oggi, per la società italiana.
Siamo entrati in campo per dare un luogo di incontro e di relazioni positive ai tantigiovani piegati dalla guerra e abbiamo offerto i frutti della buona educazione, del civismo, della solidarietà. Oggi siamo punto di riferimento sociale, capaci di generare relazioni umane, di assistere le famiglie più fragili e di includere senza mai perdere nessuno dei “meno capaci”. Abbiamo regole che permettono a tutti, soprattutto ai più fragili, di essere accolti nella nostra famiglia. Il Csi è un’Associazione che rappresenta un capitale sociale dal valore inestimabile che deve saper guardare con orgoglio al proprio passato e al proprio presente, affrontando con coraggio il futuro. Sognavo, all’inizio del mio mandato, partito soffrendo alcune aspre contrapposizioni, un Csi compatto e capace di dibattito ma anche di decisioni condivise. Siamo sulla strada giusta. Ad Assisi ho percepito il clima giusto, della fiducia, della speranza, della capacità di mettersi al servizio