Associazione. Dentro la folla alla ricerca del vero Natale
Tra le tante immagini che in questi giorni si ricevono per gli auguri di Natale ce n’è una che mi ha particolarmente colpito. È la stampa di un quadro del pittore Pieter Bruegel dal titolo «Censimento a Betlemme». Tutto lo spazio è occupato da donne, uomini, ragazzi, chi corre, chi cucina e chi mangia, chi chiacchiera. Ci sono persone alle finestre, bancarelle variopinte dove si vende e si compra di tutto. Strade affollate, che serpeggiano tra case, osterie e chiese, brulicanti di persone di ogni tipo indaffarate, vestite con abiti di ogni genere e colori variopinti. Si notano soldati armati, sacerdoti, matrone accompagnate dalla servitù e scatenati ragazzini. Se ti concentri appena un po’, puoi persino sentire la temperatura gelida, visto che la scena è ambientata, nella miglior tradizione natalizia, in inverno, con tanto di cumuli di neve. Ma di Giuseppe appoggiato al bastone da viaggio e Maria, con il pancione e a cavalcioni dell’asinello, neppure una traccia. Sembrano confusi e scomparsi nella folla. Insomma, non proprio il presepe che ti aspetteresti. Tuttavia sono convinto che in quella umanità è nascosto qualcuno capace di sollevare lo sguardo e accorgersi che, attorno a lui, c’è qualcuno che merita un saluto e un abbraccio.
Nonostante l’inesorabile incedere del tempo fatto di scadenze e affari, l’uomo è capace di fermarsi per riconoscere che quell’estraneo può diventare suo amico, con il quale condividere un po’ del suo tempo. Nel brusio della folla anonima può risuonare una voce amica che, forte e chiaro, chiama per nome senza delegare ad un apatico messaggino.
Nell’indifferenza di tanti, preoccupati di arrivare, c’è qualcuno che non sgomita per farsi spazio ma fa spazio nel suo cuore per chi è considerato uno scarto o un avanzo. Lo custodisce come un tesoro prezioso. Nel gelo dell’inverno c’è qualcuno che non si lamenta del passare delle stagioni ma intravede, sotto la neve, il germoglio che sta preparando la prossima primavera. Non si è risparmiato nella semina per continuare la speranza del prossimo raccolto. Sul volto intristito dai sogni infranti e speranze deluse qualcuno ha acceso la luce di un sorriso. Ha regalato un semplice pallone con la segreta certezza di aver donato un attimo di felicità non solo per il giorno di Natale ma per una vita intera. Queste persone non sono frutto della fantasia ma strizzando bene gli occhi, scrutando ogni centimetro della nostra Associazione le puoi trovare vere e reali, molto più di quanto si possa pensare. E così l’ho poi trovata la Sacra Famiglia. Sia nel quadro che nelle storie del Csi. Buon Natale.