18 aprile 2019

La Pasqua cambia la vita e inventa tante storie nuove

Non sappiamo bene che cosa sia successo a Gesù durante la Resurrezione. A noi sono giunti soltanto i racconti delle sue apparizioni. Non sappiamo che cosa sia avvenuto esattamente nella tomba. Quello che possiamo vedere è come questo evento abbia creato storie nuove nella vita di tante persone. A causa della resurrezione di Gesù, tanti uomini e donne hanno fatto esperienza di una vita nuova e di una storia nuova. Come la storia di Giulia Gabrieli, morta di tumore a 14 anni, la cui vita nella malattia cambia per un contrattempo nella Basilica di Sant’Antonio a Padova. Lì, mentre tiene la mano appoggiata sulla tomba del Santo, una sconosciuta mette la mano sopra la sua: «Non mi ha detto niente ma aveva un’espressione sul volto, come mi volesse comunicare: Forza, vai avanti, ce la fai, Dio è con te». Lei entrata in lacrime esce dalla basilica radiosa. Da quel momento, il Dio che pensava lontano dalla vita comincia a farsi presente e si farà seppellire con una veste bianca e i piedi nudi per «sentire le nuvole rosa del Paradiso». Non in Paradiso ma a Roma è arrivata anche la sedicenne Greta Thumberg, studentessa di Stoccolma che da mesi si batte predicando in solitudine l’apocalisse ambientale nel cui nome milioni di ragazzi sono scesi in piazza. In tanti si sono lamentati in nome di una cultura che prova fastidio per qualunque manifestazione di bene. L’hanno considerata ipocrita e moralista perché, per loro, l’idealismo non è contemplato. Chiunque osa abbracciare un sogno è ingenuo o in malafede. Ci sono ideali, invece, che per qualcuno diventano un chiodo fisso, l’obiettivo, la vera motivazione che lo fanno stare in modo diverso sui banchi di scuola, in pizzeria con gli amici e in cortile

per una partita di pallone. È la vicenda di Carlo Acutis che con i suoi 15 anni limpidi e solari, con la sua voglia di vivere e la sua prorompente allegria, ma soprattutto con la sua fede scomoda, interpella la nostra vita da adulti: «Nasciamo tutti come originali ma in molti muoiono come fotocopie». Marco Gallo è morto troppo presto, improvvisamente, a soli 17 anni, la mattina del 5 novembre 2011, quando è stato investito mentre si recava a scuola con la sua voglia di vivere e di trovare una direzione. «La morte di un figlio può essere l’occasione per perdere la fede», racconta mamma Paola. È contro natura. I genitori devono morire prima di loro perché la vita continui. È la sua legge. La legge del mondo che va avanti. Nelle ore gravide di dolore dopo la notizia dell’incidente, Paola scopre una cosa sorprendente. Una scritta, sul muro della camera di Marco, accanto al crocefisso di San Damiano. Una scritta che la mattina precedente non c’era, vergata senza dubbio da Marco: «Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?». Forse dovremmo cominciare a rivolgerci con simpatia a certi nostri giovani, e non solo perché ci si è impallato lo smartphone o il computer ma perché hanno qualcosa da insegnarci sulla Resurrezione: interessarsi alla vita, quella vera. Buona Pasqua.

L'angolo dell'assistente

La Pasqua cambia la vita e inventa tante storie nuove

Don Alessio Albertini

Assistente Ecclesiastico Nazionale