Arbitri e giudici, ruoli chiave per vincere la sfida educativa
Nell’intensa attività del Centro Sportivo Italiano c’è un ruolo significativo, quello dell’arbitro e del giudice di gara. Potrebbe sembrare un tema tecnico, perché all’arbitro chiediamo professionalità, attenzione, rispetto e soprattutto competenza. In uno sport al servizio della persona potremmo addirittura pensare che l’arbitro non sia necessario perché le squadre in campo, o gli atleti impegnati in una prova, potrebbero benissimo imparare ad autogestirsi.
Sarebbe invece un grave errore, perché verrebbe meno un elemento terzo, con una preparazione tecnica specifica, che garantisce equilibrio nelle valutazioni e nelle scelte. Sorvolo poi sulla moda tanto diffusa di fare del direttore di gara l’oggetto delle lamentele, o degli insulti, del pubblico presente (il più delle volte formato da genitori capaci in quelle circostanze di dare il loro peggio) o degli stessi protagonisti della gara, atleti e dirigenti. È una ferita aperta nell’attività sportiva, che merita però un’analisi ad hoc. Mi voglio concentrare invece sulla valenza educativa dell’arbitro che veste, nell’esercizio del suo servizio, la maglia del “referente” del Csi. Il suo compito infatti va ben oltre la direzione della gara assumendo quella forse addirittura più importante, di rappresentare l’Associazione nella sua essenzialità. Per questo il Centro Sportivo Italiano, anche con una campagna nazionale di reclutamento arbitri e giudici di gara, intende formare “fischietti” votati alla realizzazione degli ideali associativi, che sappiano essere protagonisti di scelte coraggiose, consapevoli al contempo di non essere infallibili ma capaci di dialogo, di sbrogliare le matasse dei contrasti nel gioco con parole pacate, amichevoli, ferme, ma senza arroganza alcuna. Non siamo alla ricerca di superuomini o superdonne: si tratta semplicemente di trovare persone innamorate del Csi, capaci di sentirsi dentro un’esperienza umana bellissima, fatta di gioco e di sport, di amicizia e di sano, misurato agonismo. Una esperienza che i più piccoli vivano come fase
della propria crescita e gli adulti per stare meglio con sé stessi e con gli altri. Per questa e per tante altre ragioni il Csi sia a livello locale, sia nazionale, punta molto sulla formazione dei giudici e dei direttori di gara. La formazione a cui tende il Csi è finalizzata a far crescere persone ricche di qualità umane, capaci di relazionarsi con i ragazzi, con i giovani, con gli adulti, e desiderose di essere con un ruolo di servizio nel meraviglioso mondo dello sport. Oggi più che mai, nella società dei pc e degli smartphone e della perdurante sedentarietà che provoca guai seri di salute a tutti, c’è bisogno di qualcuno che aiuti a praticare lo sport.
Nessuno, ormai, nega le potenzialità dello sport, sia a livello sociale che culturale, fino agli ormai conclamati e indiscutibili positivi effetti sulla salute della gente. Vuol dire che lo sport deve avere un posto importante nella vita sociale, nel quotidiano, e gestito con grande cura.
Per questo ribadisco che abbiamo bisogno di persone da aggregare che ci aiutino nella missione di fare dello sport uno strumento educativo. È un obiettivo molto ambizioso, ma con la collaborazione di tutti, possiamo farcela.
Basta crederci.