Annullate le finali regionali e nazionali. In attesa del «dopo»
Martedì 17 marzo il Csi ha preso la decisione più difficile della sua storia: annullare le attività sportive nazionali e regionali. È un fatto gravissimo, di cui non c’è memoria negli annali. Lo ha fatto dopo una sofferta Direzione nazionale e dopo aver consultato gli organismi direttivi dell’Associazione. Mi auguro che questa decisione, davvero dolorosa e dalle pesanti conseguenze per i Comitati e per le nostre Associazioni sportive, sia non solo accettata, ma condivisa. Capisco che non sia facile per tutti perché non tutti vivono questi drammatici giorni allo stesso modo. Ci abbiamo pensato moltissimo, abbiamo discusso di ogni possibile alternativa, ma dobbiamo prendere atto che quello che sta succedendo ci riguarda da vicino; e credo sia inutile ripetere le ragioni di una decisione in pieno clima d’emergenza socio–sanitaria ed economica mondiale. Con quale logica ci siamo mossi? Innanzitutto la tutela della salute, o meglio, della vita delle persone. Ci sono aree in Italia con migliaia di morti. Il virus non si ferma ai confini territoriali ma è pronto a dilagare e ad infettare le persone una dopo l’altra, con una progressione geometrica spaventosa. Abbiamo anche riflettuto sul futuro, sulla ripresa delle attività. Questo tremendo collasso sociosanitario presto o tardi verrà messo sotto controllo. Sarà per l’efficacia delle politiche di contenimento del contagio, di “distanziamento” tra persone, di modo che il virus non possa più passare dall’uno all’altro con la rapidità e la potenza che ha saputo dimostrare. Sarà forse anche per i nuovi farmaci che si stanno sperimentando (a volte in mix nuovi e che sembra diano qualche speranza). Sarà, ma in tempi più lunghi, per il vaccino che finalmente il mondo scientifico riuscirà a produrre. Sarà infine sicuramente per l’eccezionale servizio messo in campo dal personale medico, paramedico, associativo e volontario che oltre ogni difficoltà si sta prendendo cura di noi. Ce la faremo. Di questo non ho il minimo dubbio.
Ci sarà presto, speriamo prima possibile, un “dopo”; arriverà il tempo della ripresa e anche il nostro sport dovrà essere pronto per ridare speranza e gioia di vivere. Non voglio dire che tutto tornerà come prima, ma che riprenderemo le nostre attività, il nostro essere al servizio dei giovani, degli oratori, delle parrocchie. Proprio per questo penso che ci saranno priorità da rispettare e la prima fra tutte sarà chiudere bene i campionati e le attività provinciali. Le nostre società, i nostri ragazzi e le loro famiglie hanno il diritto di vedere concludersi le attività locali con l’assegnazione dei titoli sportivi, dove previsti. Siamo anche consapevoli che ci sono discipline individuali che più di altre hanno necessità di uno sbocco regionale e nazionale e per queste discipline garantisco fin da ora, qualora i tempi lo consentissero, il massimo dell’impegno per ripristinare i campionati nazionali. Questo è il tempo dell’unità associativa, è il tempo di riscoprire i valori veri e di accantonare qualsiasi interesse di parte per il trionfo del bene comune. Mi auguro che i nostri ragazzi possano tornare presto ad animare campi, palestre, piscine, piste, parchi e cortili. Abbiamo avuto prova in questi giorni, in cui la fantasia la fa da padrone, del bisogno di movimento, di aggregazione, di sport che c’è. Al Csi il compito di ripensare le attività sportive e ricreative. Invito a vivere questo tempo senza panico ma con la giusta serietà, guardando al futuro con fiducia. Condividete con noi progetti e iniziative attraverso il progetto #StorieDiSport: ci aiuterà a restare uniti pur vivendo lontani.