Torna lo sport: si riparte individualmente con gradualità
Dopo uno stop lungo quasi due mesi è arrivata, il 26 aprile, una prima piccola “liberazione” per chi pratica sport. Grazie al nuovo Dpcm per ora torniamo almeno a correre. Potremo farlo, rimanendo nei confini del rispettivo comune, anche a distanza dalle nostre abitazioni, senza dover indossare mascherine, né doverci munire di autocertificazione. Rigorosamente da soli o se con qualche amico, con una distanza di sicurezza l’uno dagli altri. C’è inoltre la possibilità, per i genitori, di accompagnare i figli minorenni oppure i maggiorenni non autosufficienti. Dove potremo farlo? È il Governo a risponderci: per esempio nei parchi pubblici o privati accessibili, che saranno riaperti non appena scatterà la fase 2. E ancora: in spiaggia, sui sentieri di montagna, in bici sulle ciclabili cittadine o sugli sterrati per chi ama la mountain bike. Per chi risiede al mare, o al lago sarà anche possibile nuotare, evitando però di sostare sulla spiaggia. Le indicazioni emerse in questi giorni, dopo la conferenza stampa del Presidente del Consiglio, hanno già sollevato un vespaio di reazioni. Come sempre, chi ha qualche vantaggio ne sorride e tira un sospiro di sollievo; chi invece vende prolungarsi in termini drammatici l’obbligo di serrata, comincia ad alzare la voce e a parlare chiaramente di crisi, non più annunciata, ma in atto. Tante le riflessioni da condividere, come ad esempio la cura dei bambini con i genitori che torneranno al lavoro, il tempo estivo da riempire di proposte e tanto altro. Ho in questo momento il compito di ragionare sul sistema sportivo, sul presente e sugli sviluppi futuri. Un orizzonte, per la verità, indistinto, carico di nubi, e tutto da interpretare con calma e disponibilità a mettersi in gioco. Dal 4 maggio comunque qualcosa ricomincerà a muoversi e avremo le idee più chiare su quali siano ancora i nodi irrisolti. Nel frattempo può ricominciare a vivere anche quella parte dell’Italia che fa sport abitualmente, che potrà tornare a fare attività motoria, rispettando il distanziamento sociale: un metro per l’attività motoria; due metri per chi fa sport; 5 metri per chi va in bici. Cautela, però e bando ai facili entusiasmi. La parola d’ordine scritta nel decreto, e da tenere a mente ben evidenziata è che lo svolgimento di queste attività è consentito “individualmente”. Potremo ripartire gradualmente, come sottolineato anche dal ministro dello sport Spadafora, che ha annunciato infatti che fino al 18 maggio rimarranno chiusi piscine, palestre e centri sportivi. Proprio gli impianti dove moltissimi di noi hanno imparato a fare i primi passi nell’avventura sportiva personale. Dove, insomma, abbiamo fatto “riscaldamento” in vista di un impegno sempre più coinvolgente e formativo. A dare un po’ di speranza al mondo Csi e degli sportivi in genere, è anche un’altra comunicazione del ministro dello sport circa le realtà dilettantistiche: l’istituzione presso l’Istituto per il Credito Sportivo, di un fondo di 100 milioni di euro per la liquidità immediata per le strutture che ne faranno richiesta. Si tratta di un impegno significativo dai possibili risvolti positivi se l’utilizzo del fondo sarà corretto e funzionale a sostenere l’attività più importante. Oggi il Csi avrà come ospite del suo social format “S Factor” proprio il presidente del Credito Sportivo, Andrea Abodi. In una diretta facebook tutta da seguire oggi pomeriggio potremo avere risposte e delucidazioni in merito.