«Safe Sport». In ascolto del rumoroso silenzio dei bambini
Ci conforta la speranza che i bambini e i ragazzi di tutta Italia, con il progetto «Safe Sport» del Csi, possano tornare padroni di spazi aperti nei cortili, nelle piazze, negli oratori, ovunque insomma sia possibile giocare. Non sarà un ritorno al passato, al gioco totalmente libero e svincolato, perché ci sono norme sanitarie da rispettare e modalità di gioco ben definite, ma sarà comunque una pennellata d’azzurro in un cielo plumbeo che ha schiacciato per troppo tempo il bisogno naturale di ogni giovane di esprimere se stesso, il proprio inno alla vita: la voglia di giocare. Sono grato a tutti coloro, nel CSI, che hanno lavorato intensamente – mescolando sensibilità e professionalità – in questo meraviglioso progetto che restituisce uno spazio di serenità laddove la terribile pandemia aveva fatto terra bruciata. Certo, di questo triste inizio di 2020 rimarrà nella storia la terribile vicenda di tanti nostri amici, di tante famiglie che hanno perso le persone più care. Resteranno i problemi sociali, economici, culturali. Ma va riconosciuto che la crisi, evidente nella sua cruda realtà, e generatrice di disoccupazione e difficoltà d’ogni genere alle famiglie, al mondo produttivo e commerciale, ha oscurato un altro genere di sofferenza: il silenzio dei bambini. Cortili, piazze, oratori, parchi, senza i bambini che giocano divengono luoghi irreali, sospesi ad una vita che non è tale.
Purtroppo in pochi si sono accorti di questa sofferenza perché la voce dei bambini non arriva alla grande comunicazione. Ma non è sfuggita al Centro Sportivo Italiano che si è fatto presto promotore di un forte messaggio di speranza. Nel proporre «Safe Sport» il CSI rimette al centro della propria attività la cura della persona, la relazione, l’incontro. E lo fa valorizzando proprio il gioco, l’espressione più genuina della vitalità giovanile.
Non è facile passare dalle attività sportive strutturate e ormai consolidate in tanti anni di esperienza, al gioco “libero” ma “sicuro”. Non è lo stesso gioco dei decenni passati, quando in una nazione povera ma aperta al futuro, era naturale trascorrere da giovani le ore giocando liberamente. Non voglio evocare i giochi di quei tempi, che pure sono un patrimonio della nostra cultura e che magari andrebbero riscoperti e valorizzati, perché desidero mettere in risalto ciò che oggi il CSI è in grado di proporre. In «Safe Sport» c’è tutto: dalle regole, alla gestione, dalla formazione degli operatori agli strumenti per la sicurezza e per la tutela dei responsabili. Ancora una volta il CSI vince la sfida dei tempi che cambiano con una proposta completa e ben articolata disponibile da subito per consentire ai più giovani di godere del ritorno del bel tempo, dopo le lunghissime giornate casalinghe di una primavera troppo breve per poter essere amata.
L’estate porta con sé il profumo della libertà e del gioco protratto fino a tardi, porta l’eco delle grida dei bambini che giocano, delle mamme che chiamano sapendo che dovranno richiamare più volte per essere ascoltate, ma felici della serenità dei figli. Non vogliamo dimenticare quello che è successo, perché giustamente deve essere una lezione per tutti, ma desideriamo andare oltre, per guardare al domani con gli occhi dei giovani (nello spirito). Questo è quello che ci auguriamo dalla realizzazione, giorno dopo giorno, ovunque sia possibile, di «Safe Sport» del CSI.