Con coraggio e speranza sulla strada da percorrere
Per quanto l’appuntamento elettivo di sabato del Centro sportivo italiano, per il rinnovo del presidente, del Consiglio nazionale e degli altri organismi previsti dallo Statuto, avvenga in un clima piuttosto dimesso, abbiamo il dovere di vivere questo momento con l’intensità che merita.
Come chiudiamo questo mandato? Che cosa chiediamo al futuro? Che cosa pensiamo di riuscire a fare? Da tanto tempo cerco di dare risposte a queste domande. Ho cercato di farlo attraverso la relazione che presenterò all’Assemblea elettiva nazionale, ma ho la sensazione di qualcosa in continua evoluzione, come se la realtà fosse difficile da interpretare e quindi sia quasi impossibile progettare, programmare, segnare un percorso di impegno.
Non è così. Proprio perché il tempo che viviamo è drammaticamente speciale, unico nel suo genere nella nostra storia recente, abbiamo il dovere di mettere cuore e ragione nell’analisi della strada fin qui fatta e soprattutto abbiamo il dovere di mettere coraggio e speranza nella strada futura.
Ho cercato di partecipare al maggior numero di Assemblee elettive possibili: che fossero territoriali o regionali non ho mai fatto distinzione perché ovunque ci sono persone degne di rispetto per quello che fanno e per il servizio che rendono alla proposta sportiva del CSI. Ho spesso dialogato con molte di queste persone e ne ho tratto tanti insegnamenti.
Sono contento del CSI di oggi, che può e deve sicuramente migliorare, ma che è ulteriormente maturato sviluppando gli anticorpi anche per i virus più minacciosi: quelli delle divisioni interne, della mancanza di dialogo, degli scontri fratricidi. Questi problemi ci sono ma abbiamo saputo gestirli e lo sapremo fare anche nel futuro. Voglio perciò ringraziare tutti coloro che hanno gestito l’associazione in questi ultimi cinque anni: a qualsiasi livello e in qualsiasi ruolo lo abbiano fatto, sono stati nostri compagni di viaggio e hanno dato il loro prezioso, insostituibile, contributo alla vita del CSI.
Quello che ci apprestiamo a vivere è un momento storico per la sua straordinarietà.
Viviamolo bene: ne usciremo più forti che mai.