11 marzo 2021

Nel mio nome un segno d’unità

C’è un dato che mi fa guardare con fiducia la mia rielezione a Presidente Nazionale: un sostegno ampio oltre ogni previsione che vuol dire compattezza della base associativa. Segno, quindi, di una sincera voglia di lavorare uniti per obiettivi condivisi. L’obiettivo più alto era proprio questo: che il mio nome fosse segno di unità.

Non era scontato e devo con piacere ringraziare tutti coloro che in questo progetto - di cui rappresento la sintesi e di cui mi sento sulle spalle una responsabilità pesante ma entusiasmante - hanno creduto e per questo hanno lavorato. Ringrazio tutti in un unico grande ideale abbraccio e chiedo aiuto e sostegno per le sfide che ci attendono. Sono sfide pesanti, epocali, di una dimensione che forse mai prima il CSI ha dovuto affrontare e che possono essere vinte solo se manterremo, tutti insieme, la disponibilità a servire gli ideali dell’Associazione. Capisco e so per esperienza che tutti coloro che sono di nuovo in campo e hanno ricevuto delle responsabilità sono pronti a garantire che sono nel CSI per servirlo e non certo per servirsene. So che per la stragrande maggioranza delle persone è così, ma purtroppo non per tutti. C’è invece una urgente necessità di fare chiarezza: guai a far prevalere le aspettative personali, per quanto legittime possano essere, sul bene supremo che è la coesione nell’Associazione. Abbiamo tutti molto chiara la situazione generale in cui ci troviamo e che saremo chiamati a risolvere da qui ai prossimi anni. Al momento possiamo solo sognare un modo per uscire veramente e definitivamente dal terribile tunnel in cui siamo finiti tutti. Non a caso uso il verbo sognare perché siamo nella impossibilità di immaginare, oggi, il futuro che ci aspetta. Non sappiamo in che condizioni troveremo le società sportive e quindi i comitati, quando finalmente si potrà ricominciare a fare sport. All’orizzonte si profilano nubi di tempesta e non c’è quindi nessuno spazio per gli egoismi di qualunque natura questi siano.

Ho accennato, all’inizio, alla necessità di ringraziare e, ripeto, lo faccio in modo totale, con tutti coloro che hanno deciso di sostenermi in questo atto d’amore per l’Associazione. Un ringraziamento particolare però sento di doverlo rivolgere al card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI e da sempre amico sincero del CSI. Ci ha esortato a proseguire nel solco del magistero della Chiesa e ci ha ricordato l’amorevole sollecitudine della Chiesa stessa per noi, sottolineando che «lo sport è mezzo di missione ed evangelizzazione. I nostri giovani hanno oggi più che mai necessità della cultura dell’incontro».

A sua volta il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ci ha offerto un riconoscimento straordinario e ha sottolineato «l'eccezionale presenza sul territorio e la dignità con cui il CSI ha agito anche in questo ultimo periodo di sacrifici e complessità».

Sappiamo di essere sulla buona strada, per difficile che sia, e sappiamo di avere ottimi grandi amici.

 

L'angolo del Presidente

Nel mio nome un segno d’unità

Vittorio Bosio

Presidente Nazionale