13 maggio 2021
Riforma: proviamo a modernizzare il lavoro sportivo?
Il rinvio al 2024 della Riforma dello sport, deciso dal Senato, può essere visto in diversi modi, ma certo deve essere valutato anche come occasione per riprendere un confronto sui temi dello sport ed arrivare a scrivere le nuove regole, al termine di un ampio approfondimento e di una forte condivisione.
Indubbiamente, nei decreti sulla riforma dello sport ci sono cose buone ma, come ho detto in più occasioni, sono stati fatti con la fretta, che, sappiamo tutti, non è mai una buona consigliera. Soprattutto sono nati in un tempo complicato che ha reso difficile costruire un percorso solido di promozione e sostegno allo sport di base.
Alcune intuizioni vanno comunque riprese e approfondite. La regolamentazione del lavoro sportivo, per esempio, è un tema che il Csi ha portato in superficie già da anni. Siamo stati i primi a segnalare che il lavoro sportivo andava riconosciuto anche dal punto di vista previdenziale, ma la norma deve garantire un passaggio non traumatico. Dobbiamo evitare di perdere le potenzialità attualmente disponibili per le società sportive. Il diritto sacrosanto dei lavoratori va conciliato con la sostenibilità da parte dei datori di lavoro, attraverso una nuova alleanza che eviti il rischio che, per evidente impossibilità a sostenere l’operazione, il mondo dello sport, con tutto quello che produce, possa andare in crisi. E se le assunzioni non ci fossero? Se le società sportive chiudessero? Buttiamo tutto a mare?
La mia può sembrare una posizione conservativa. E lo è, sicuramente, verso il bene che lo sport ha generato fino ad oggi, grazie a lavoratori e datori di lavoro pieni di passione. Ci sono aspetti da migliorare, è indubbio, ma facciamolo evitando di distruggere quello che ancora funziona. Proviamo a riprendere il dialogo, ma deve essere dialogo, fatto di ascolto reciproco. Mi è capitato di sentire affermare che, quali enti di promozione sportiva, siamo stati sentiti. Vero, ma non siamo stati ascoltati! Non abbiamo pretese, non abbiamo nulla da insegnare, ma abbiamo tanta esperienza che possiamo mettere al servizio di chi si assumerà la responsabilità di proseguire con la riforma. In un momento come questo c’è bisogno di approccio senza preconcetti e grande attenzione rispetto a quelli che sono i bisogni reali. Allora, lanciamo davvero un’idea innovativa, evolutiva: proviamo a modernizzare il mondo del lavoro in tutto il comparto sport. Avviamo, insieme, imparando ad ascoltarci davvero e senza che nessuno imponga la propria visione, una fase di reale ripensamento delle forme e tipologie del lavoro sportivo, con le sue esigenze specifiche, capace di rispondere ai bisogni di socialità, incontro, salute, educazione che, come mai prima, ora percepiamo davvero tutti. E su questa strada, come Csi, non ci tireremo indietro.