In Consiglio Nazionale scelte decisive per le società
Mi sono sempre chiesto: «Ad una società sportiva, ad un dirigente, ad un arbitro, un genitore, quanto potrà interessare conoscere lo svolgimento dei lavori di un Consiglio Nazionale?» A botta calda la risposta sarebbe: poco o nulla. Con un minimo di riflessione la prospettiva potrebbe cambiare. In questo Paese troppo spesso c’è distanza tra chi ha la responsabilità di governare e i cittadini. Vorrei che nel CSI questa distanza non ci fosse. Il Consiglio Nazionale è una realtà che ha senso solo se è capace di lavorare incarnata nella vita quotidiana dell’Associazione. Non solo: ha il dovere di rendere conto costantemente alle società sportive del suo operato, del suo modo di agire, delle sue scelte. Perciò intendo cercare di tenere sempre aggiornata l’intera Associazione sui lavori del suo «parlamento associativo». Oggi ci riuniamo a Roma. È la terza seduta in sei mesi. Il ritmo è buono, la partecipazione anche: finora le assenze sono sempre state inferiori al 10%. Di cosa parleremo? Credo sia interessante dare insieme un’occhiata ai punti all’ordine del giorno Anzitutto discuteremo di arbitri. Potrà sembrarvi banale, ma non è così: negli ultimi 15 anni il Consiglio Nazionale non aveva mai fatto una riflessione seria e approfondita sul tema. Cercheremo di definire le azioni strategiche dei prossimi 4 anni per quanto riguarda il “reclutamento”, la formazione, la valorizzazione dei nostri direttori di gara. Decideremo poi i criteri definitivi con i quali «restituire» al territorio 150 mila euro, destinandoli a quei comitati che si sono impegnati nell’attività giovanile (in particolare nelle categorie degli adolescenti). Dopo aver nominato le Commissioni Nazionali ed il Comitato tecnico scientifico, discuteremo la possibilità di istituire una commissione dedicata allo sport per disabili ed un’altra votata all’aggiornamento della proposta sportivo-educativa per la fascia 6-12 anni. Altri due punti meritano attenzione: l’istituzionalizzazione di un tavolo di coordinamento con le Regioni e una proposta «innovativa» per valorizzare i piccoli comitati, che nell’Associazione sono la maggioranza. Infine, ci sarà spazio per una serie di riflessioni sulla politica associativa e le strategie educative. Spero che da queste poche righe di sintesi riusciate a cogliere il desiderio e la volontà di tenervi aggiornati e coinvolti. Se potete, fate la stessa cosa nelle vostre realtà territoriali. Ai Consigli Provinciali dico: «Fate conoscere sempre alle società sportive lo svolgimento dei vostri lavori». Alle società sportive chiedo: «Fate conoscere a allenatori, dirigenti, genitori, i lavori del vostro consiglio direttivo. Qualcuno vi dirà che non gli interessa nulla ma, alla lunga, credo sia un modo importante di dare testimonianza educativa ».