Avanti Italia con quell’azzurro che profuma di oratorio
Mi sorprende piacevolmente il favore con cui l’opinione pubblica, con anche i giornalisti in testa, ha accolto l’introduzione nei Campionati Europei di calcio in corso, alcuni criteri di valutazione, il fair play ad esempio, che incidono sul diritto di passare il turno, nel caso di parità tra squadre. Diversi dirigenti del CSI di oggi e di ieri, soprattutto quelli che più hanno contribuito a scrivere la storia dell’Associazione, mi hanno inviato messaggi o telefonato per condividere con orgoglio il richiamo all’ introduzione nei nostri regolamenti - sul finire del secolo scorso, oltre una ventina di anni fa – della classifica fair play per le qualificazioni ai campionati nazionali e dell’espulsione temporanea con il cartellino azzurro. Un premio alla correttezza.
Non si vuole rivendicare nulla perché quando si fanno le cose adeguate non c’è nulla da rivendicare, semplicemente in questi casi fa piacere scoprire che l’Associazione era e continua ad essere sulla strada giusta.
Mi sorprende invece che in questo clima particolarmente favorevole alla nostra Nazionale, che mi auguro ovviamente perduri fino al termine del torneo, ci si riferisca a campioni affermati sottolineando con stupore che in molti di essi sono stati ragazzi cresciuti in oratorio come se fosse una stranezza, o un’anomalia. È mai possibile che la grande informazione non si sia ancora resa conto che la proposta di uno sport a misura delle esigenze di bambino, alla fine è un bene per il bimbo stesso e per la sua famiglia, oltre che evidentemente per il suo futuro? Ne beneficeranno quindi le società sportive e il mondo del grande sport, quando sarà il momento. Ne avrà benefici tutta la società. Avremo adulti forti e consapevoli, capaci di assumersi responsabilità sociali e di vivere il valore della solidarietà.
Ogni tanto si ritorna a scoprire che il CSI sa guardare avanti. Che il CSI e gli oratori erano e sono alla base del successo in tanti sport, come quando abbiamo lanciato (provocando il sorriso di tanti “esperti”) lo sport per i diversamente abili, oppure, in un altro contesto, il calcetto in palestra, o ancora il calcio femminile.
Mi auguro che dello spirito dell’oratorio questi campioni di oggi abbiamo mantenuto anche i valori educativi più importanti; per esempio la capacità di fare squadra, concetto tanto abusato quanto essenziale. Oggi, con l’entusiasmo alle stelle, sentiamo tutti esaltare il valore dell’essere squadra, del campione che dopo il gol corre verso i compagni che seguono la partita dalla panchina. Non dimentichiamo però che per ogni squadra che vince ce n’è una che è sconfitta ed è proprio nella sconfitta che si fanno le esperienze formative più forti. Essere amici e solidali quando si vince è banalmente semplice, esserlo quando si è sconfitti è da persone che hanno saputo arricchirsi dei valori più importanti proprio attraverso la pratica sportiva.